Violenza di genere e aggressività sulle donne nel libretto “Viola di mare”
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LAMEZIA TERME, (CZ) 23 APR - Il libretto “ Viola di mare”, ispirato al mito e alla poesia e scritto da Francesco Polopoli, Manuelita Iacopetta e Michela Cimmino, è ambientato in una Calabria messaggera di bellezze, valori fondamentali radicati nel tempo ma anche di pregiudizi atavici duri a morire. Proprio in questa area geografica vivono da millemmi delle figure mitiche succubi di soprusi e violenza, tra cui la giovane protagonista Canfora diventata emblema di riscatto di tutte le donne che hanno subito violenza e che continuano a subirla nonostante il lento e travagliato percorso di emancipazione compiuto attraverso i secoli.
Il libretto assurge a strumento di denuncia della violenza di genere e dell’aggressività sulle donne ed è arricchito dal testo “Quando fu il giorno della Calabria” tratto da Calabria grande e amara “ di Leonida Repaci, dalle colorate illustrazioni di Gianluca Salamone, da brani e poesie di autori famosi come Federico Garcìa Lorca, Johann Wolfgang Goethe, Giovanni Pascoli, di grande importanza ai fini dell’approfondimento delle tematiche affrontate. Dato il valore formativo e pedagogico dell’operetta, gli autori intendono portarlo a conoscenza degli studenti delle scuole primarie appena sarà debellato il coronavirus che ha interrotto bruscamente le attività culturali dell’associazione “Samarcanda” di Lamezia Terme, presieduta da Manuelita Iacopetta. Il titolo richiama il film omonimo di genere drammatico “Viola di mare” di Donatella Maiorca in cui è narrata una storia di violenta conflittualità in linea con quella di donna Canfora, di straordinaria bellezza, amata da tutti e soprattutto attenta al prossimo attraverso cui rendeva onore al marito prematuramente scomparso.
La sua fama arrivò perfino ai Saraceni che decisero di rapirla dopo averla attratta sulla loro nave dove avevano allestito un sontuoso mercato ricco di stoffe pregiate, spezie particolari e tappeti di altissima qualità.Salita a bordo della nave e accortasi dell’inganno, la giovane chiese di essere lasciata da sola per dare l’ultimo saluto alla sua terra prima che la nave prendesse il largo. Dirigendosi a poppa, si lanciò in mare preferendo la morte al disonore. La lunga e faticosa lotta per la conquista dei diritti delle donne è ripercorsa dagli autori i quali annotano le tappe della lentissima evoluzione dell’ordinamento giuridico permeato a lungo dalla violenza di genere alimentandosi di disvalori considerati come valori insopprimibili e di un immaginario patriarcale che ha segnato profondamente la storia e il diritto dell’Europa medievale, moderna e contemporanea. Basta pensare che ancora al 1956 era in vita lo jus corrigendi che sanciva il potere correttivo del pater familias comprensivo anche della forza e solo nel 1996 lo stupro è stato inserito tra i reati contro la persona. Solo dopo l’entrata in vigore della nostra Costituzione e, in particolare dell’articolo 29, viene proclamata l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi.
Oggi l’immaginario patriarcale non è più presente nelle leggi, nei codici e nella giurisprudenza ma ha lasciato segni incisivi e continua a sopravvivere nei comportamenti di molti uomini. Da qui la necessità di affiancare agli interventi normativi anche strumenti di intervento sociale come gli sportelli di ascolto e di denuncia , presidi anti-violenza nei vari ambiti territoriali, case- rifugio per donne maltrattate, attivazione di linee telefoniche, assistenza attraverso personale specializzato, ma soprattutto l’ istituzionalizzazione dei Centri anti-violenza esistenti, azioni mirate a professionalizzare le forze di polizia e gli operatori sanitari ed educativi e la realizzazione di progetti per divulgare la cultura di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado per educare i giovani al concetto di parità e pari opportunità.
Lina Latelli Nucifero
Foto: Polopoli-Iacopetta- Cimmino
Foto: Copertina del libretto