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Viminale, da prefetti stop ad aziende non in regola. Titolari devono comunicare ricorrenza condizioni per proseguire
ROMA, 24 MAR - Le aziende la cui attività non è stata sospesa dall'ultimo Dpcm sono tenute a comunicare al prefetto "le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite", nonchè "la ricorrenza delle condizioni previste dalla norma per la prosecuzione dell'attività". La comunicazione non è dovuta qualora si tratti di attività finalizzata ad assicurare un "servizio pubblico essenziale". Lo indica una circolare del Viminale ai prefetti ai quali spetta una "valutazione" ed una eventuale sospensione delle attività.
Al prefetto, stabilisce la circolare firmata da Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, spetta "una valutazione in merito alla sussistenza delle condizioni attestate dagli interessati, all'esito della quale potrà disporre la sospensione dell'attività laddove non ravvisi l'effettiva ricorrenza delle condizioni medesime". Il meccanismo delineato dal decreto, sottolinea Piantedosi, "non introduce una forma di preventiva autorizzazione da parte" del prefetto ma, "in un'ottica di snellimento e semplificazione delle procedure, legittima la prosecuzione delle attività di cui trattasi sino all'adozione di una eventuale sospensione".
In questa prospettiva, aggiunge, "risulta di fondamentale importanza" che i prefetti valutino "con la massima celerità, avvalendosi del contributo specialistico di qualificati soggetti istituzionali, chiamati a fornire, secondo le consuete dinamiche di una leale collaborazione, idonei elementi atti a consolidare l'impianto del provvedimento sospensivo".
Si invitano poi i prefetti ad avviare "interlocuzioni con gli uffici delle Regioni e degli altri enti territoriali nonché con le Camere di commercio e gli altri organismi eventualmente presenti sul territorio in vista di una preliminare ricognizione dei siti produttivi relativi ad attività potenzialmente interessate dalle disposizioni". Viene segnalato, infine, che il decreto "consente lo svolgimento delle attività dell'industria dell'aerospazio e della difesa nonché delle altre attività di rilevanza strategica per l'economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto territorialmente competente, cui è conseguentemente demandata la ricognizione dei relativi siti produttivi".