"Via le Br dalle Procure". Ad essere a rischio è lo stato di diritto
Politica Lazio Roma

"Via le Br dalle Procure". Ad essere a rischio è lo stato di diritto

martedì 19 aprile, 2011

BOLOGNA, 19 APRILE - "Via le Br dalle procure". E' questo il manifesto anti-pm che è apparso per le vie di Milano.

Roberto Lassini, avvocato e candidato Pdl alle comunali, stando a quanto si legge in un'intervista rilasciata al "Giornale", si è assunto la paternità dell'iniziativa.Lassini, insieme ad altre due persone, è stato iscritto nel registro degli indagati dai Pm Spataro, Pradella e Pomarici.[MORE]

Con questo gesto l'avvocato milanese è diventato una mina politica all'interno del Centro-Destra. Infatti Letizia Moratti, candidato sindaco Pdl, appoggiata da Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, ha chiesto al coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani, l'esclusione dalle liste di Lassini.

"Un gesto ignobile" e "da condannare senza nessuna esitazione, chi l'ha fatto non può essere in una lista a sostegno del  candidato sindaco", ha dichiarato la Moratti.

Una presa di distanza doverosa ed apprezzabile, ma resta da chiedersi cio che sul suo blog si chiede Marco Bracconi: "Perché Letizia è incompatibile con chi paragona i magistrati alle Br sui manifesti e non con chi
sostiene – ripetutamente e senza smentire – la stessa identica tesi?"

A sostenere la stessa ed identica tesi di Lassini è il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che guida la lista Pdl  per le amministrative a Milano.

Per cui non si capisce la presa di distanza della Moratti da Lassini ma non da Berlusconi.

Sul "caso Lassini" interviene anche il Presidente della Repubblica che in una lettera indirizzata al vicepresidente  del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, scrive: "Siamo al limite dell'esasperazione" e definisce "ignobile provocazione" quella dei manifesti affissi a Milano e avverte:  "Nello scontro politico c'è il pericolo di degenerazioni".

Stiamo assistendo da circa 20'anni a questa parte ad uno scontro senza precedenti, in un paese che possa definirsi  democratico, tra politica e magistratura. Uno scontro che in realtà è unilaterale. Anzi, neanche di scontro si dovrebbe parlare, ma di attacco. Attacco ad un potere dello stato da parte di un altro potere.

Gli artefici ed i motivi di questo attacco sono ben noti. Ormai quotidianamente la magistratura è oggetto di  inaudita violenza mediatica da parte dell'"impero" del Presidente del Consiglio semplicemente perchè esplica il proprio ruolo. Fare chiarezza su vicende oscure.

Constatando i fatti che intasano la discussione pubblica a scapito dei veri problemi del paese, viene da chiedersi: Questa Italia di oggi, può realmente definirsi democratica, visto che la separazione  (che implica rispetto dei ruoli) dei poteri, principio fondamentale dello stato di diritto, viene messa in discussione  giornalmente?

A tal proposito riprendiamo le parole di Asor Rosa sul Manifesto: "è arrivato in Italia quel momento fatale in cui, se non si arresta il processo e si torna indietro, non resta che correre senza più rimedi né ostacoli verso
il precipizio."

Simone Luca Reale - Redazione Emilia Romagna


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