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Vertice Ue su crisi migranti, raggiunti primi accordi: hotspot attivi da novembre

Dino Buonaiuto
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Vertice Ue su crisi migranti, raggiunti primi accordi: hotspot attivi da novembre
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 BRUXELLES, 24 SETTEMBRE 2015 – Raggiunto nella notte l'accordo al vertice straordinario di Bruxelles tra i leader europei sulla questione migranti. I punti chiave dell'incontro hanno interessato l'attivazione degli hotspot – che saranno avviati da novembre, più controlli alle frontiere esterne e un miliardo di euro alle agenzie Onu che aiutano i profughi. I paesi dell'Unione si ricompattano sull'emergenza, trovando poche resistenze anche dai “quattro dell'Est” del cosiddetto gruppo 'Visegrad' (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania) che nei mesi scorsi si erano fermamente opposti alla ridistribuzione. Il presidente della Commissione Ue Juncker si è dichiarato molto soddisfatto per l'atmosfera “migliore delle attese”.

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Il summit si è riunito a seguito dell'apertura, da parte di Bruxelles, di una quarantina di procedure di infrazione contro 19 stati per mancanze nell'applicazione dei regolamenti sul sistema comune d'asilo (registrazioni, raccolta di impronte, accoglienza e rimpatri). Al momento l'Europa continua a rispettare pedissequamente il regolamento di Dublino, ma il premier Renzi fa notare che un po' alla volta si sta in realtà decretando il suo superamento. L'altro punto nuovo – in quanto a effettiva realizzazione – è il sostegno economico ai paesi appena fuori l'Ue più esposti alle crisi di Iraq e Siria, a partire dalla Turchia: Erdogan sarà a Bruxelles il prossimo 5 ottobre. Ai paesi comunitari sono stati chiesti 500 milioni di euro per il 'trust fund' per la Siria – a cui l'Italia contribuisce con tre milioni di euro e la Germania con cinque; 1,8 miliardi di euro invece per il “Fondo per l'Africa”. Si è parlato anche di ripristinare i fondi – tagliati nel 2015 – riservati alle agenzie che si occupano di rifugiati, come il World Food Program e l'Unhcr.

Al vertice, la Mogherini ha aggiornato anche la situazione in corso in Siria e Libia, in previsione anche della prossima assemblea generale che toccherà proprio il tema delle crisi aperte. Si è discusso anche del supporto di Vladimir Putin nella crisi siriana: “Qualsiasi strada possibile per trovare una soluzione in Siria dev'essere percorsa”, ha dichiarato Hollande a proposito della 'discesa in campo' della Russia, mentre il premier bulgaro Bojko Borissov ha detto che “solo con la collaborazione di Stati Uniti e Russia si può risolvere il conflitto”.

L'intervento di Tusk al summit pone invece l'accento su ciò che 'sta per arrivare' in Europa: di ritorno da un viaggio in Turchia e Giordania, Tusk avverte che “con 8 milioni di sfollati in Siria, oggi parliamo di milioni di potenziali rifugiati che cercano di raggiungere l'Europa. Siamo a un punto critico. L'ondata più grande di profughi deve ancora arrivare, è chiaro a tutti che non possiamo continuare come prima con porte e finestre aperte”. Per la Merkel “si sono fatti passi avanti verso una soluzione”, mentre il premier britannico Cameron assicura che il Regno Unito “lavorerà con i partner Ue per mitigare il conflitto” in Siria e offre altri cento milioni di sterline per la crisi dei profughi.

Foto: ilfattoquotidiano.it

Dino Buonaiuto

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Scritto da Dino Buonaiuto

Giornalista di InfoOggi

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