Vertice di Palazzo Graziolii: veto 5 Stelle su Romani al Senato, il PD rimane ai margini
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ROMA, 22 MARZO - Un’intesa, se mai arriverà, sarà complicata da raggiungere e gestire. Il vertice di ieri a Palazzo Grazioli, tra la coalizione di centrodestra e il Movimento 5 Stelle, ci riconsegna uno scenario in cui sono ancora tante le differenze di vedute tra i due poli. Entrambi troppo occupati a rivendicare una vittoria schiacciante alle ultime politiche (il Movimento come primo partito, FI-Lega-FDI come prima coalizione) e poco inclini a fare un passo indietro. Quanto meno sul nome del presidente del Senato, con i 5 Stelle che pongono un serio veto al nome di Paolo Romani, proposto dalla coalizione. [MORE]
Berlusconi intanto invita il Movimento a “scoprire le carte”, ribadendo la necessità di un confronto che, però, deve avvenire “alla luce del sole”. Il leader di FI si è preoccupato ieri di sottolineare l’importanza di un patto tra i leader, ma a condizione che venga riconosciuta la “parità tra i contraenti”. Tradotto: non un’intesa a due tra Salvini e Di Maio, con gli alleati a fare da contorno o addirittura esclusi, ma un riconoscimento reciproco di ruoli e funzioni.
Alla fine del pranzo di ieri, è una nota della coalizione a definire la posizione del centrodestra: “Il centrodestra, unito come sempre, propone che le forze vincitrici si dividano le presidenze delle Camere; chiede per sé il Senato, ed è disponibile a votare un esponente del M5S alla Camera; apre al PD e agli altri partiti per la suddivisione delle vicepresidenze”.
Le risposte che arrivano dal Movimento e dal PD, però, sono tutt’altro che incoraggianti. Il M5S per il momento tace, ma l’aria che tira non sembra delle migliori, con la capogruppo Grillo che ribadisce un secco “no” a candidati “indagati o condannati”. Il PD, dal canto suo, fa sapere per bocca del reggente Maurizio Martina che “non ci sono le condizioni per partecipare a un incontro i cui esiti sono già decisi”.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilgiornale.it