Verrengia: l'abolizione delle province pretesto per centralizzare il potere
Politica Calabria

Verrengia: l'abolizione delle province pretesto per centralizzare il potere

giovedì 31 maggio, 2012

Il Congresso dei Poteri Locali del Consiglio d’Europa si riunisce a Innsbruck
Innsbruck (Tirolo, Austria) 31 maggio 2012 – «Il ruolo delle autorità locali intermedie è essenziale nella costruzione dell’Europa perché svolgono un ruolo strategico per il benessere dei cittadini. La crisi economica non giustifica violazioni democratiche, come l’abolizione delle province». Lo ha ribadito oggi a Innsbruck Emilio Verrengia, vice Presidente della Provincia di Catanzaro e presidente della delegazione italiana al Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa.

Nel rapporto presentato oggi agli incontri promossi dalla Regione austriaca del Tirolo assieme al Congresso del Consiglio d’Europa per dibattere i problemi della governante a livello locale, Enrico Verrengia ha anche suggerito un’adeguata soluzione dei problemi che la crisi ha creato e una saggia raccomandazione ai governi centrali che vi debbono far fronte.[MORE]

«Oggi siamo confrontati con una situazione di un’urgenza senza precedenti per il Congresso», ha detto Varrengia. «Le autorità intermedie sono minacciate. In molti paesi, come il mio, la loro stessa esistenza è messa in questione. La crisi economica sta incoraggiando alcuni governi a prendere misure estreme. Non c’è dubbio che alcuni governi utilizzino la crisi economica come pretesto per ricentralizzare certi poteri. Anche la Romania sta seguendo l’esempio dell’Italia, mentre proposte analoghe si affacciano già in Belgio e in Francia.

«Sto sollecitando da tempo un pubblico dibattito per trovare soluzioni alternative alla soppressione delle amministrazioni. Non possiamo assistere inerti e lasciare che ciò avvenga. E’ nostro dovere di ergerci a difesa dei principi della governance multilivello e della sussidiarietà che sono sanciti nella Carta Europea dell’Autonomia Locale.

«Non ci opponiamo alle riforme, che, anzi, siamo i primi a sollecitate,purché i principi basilari di democrazia vengano rispettati e i cambiamentiproposti siano adeguatamente discussi. Nessun dibattito autenticamente democratico su questi temi ha avuto luogo. La voce dei cittadini non è stata ascoltata. Si tratta di uno sviluppo molto preoccupante perché alcune di queste proposte sono particolarmente miopi.

Esse sono state avanzate al fine di conseguire delle economie di bilancio di breve termine, senza prestare la dovuta attenzione all’impatto che esse avranno sui servizi pubblici, la struttura amministrativa e la qualità della democrazia nei diversi paesi. Riforme di questa importanza non possono essere intraprese senza una preliminare e dettagliata analisi dell’impatto che i cambiamenti proposti avrebbero su tutti i livelli di governo. Il rapporto che discuteremo qui a Innsbruck ci ricorda che un’appropriata e tempestiva consultazione di tutte le parti interessate è uno dei fondamenti del nostro sistema democratico e unodegli elementi chiave della Carta Europea.

«Eliminare totalmente un intero livello di governo locale determinerà necessariamente uno scadimento importante nella qualità della rappresentanza politica. I servizi pubblici debbono essere resi al livello amministrativo più appropriato. Maggiore la distanza tra i cittadini e il luogo della decisione, maggiore è il rischio che le necessità dei cittadini non siano prese nella dovuta considerazione. Per di più, si sta rimettendo in questione l’intera struttura amministrativa di certi. Ricordiamoci che i principi base della governance multilivello rappresentano una caratteristica irrinunciabile di una struttura amministrativa autenticamente democratica». Ha concluso Emilio Verrengia, il cui intervento è stato applaudito e approvato a larghissima maggioranza.

Il Congresso del Consiglio d’Europa ha due Camere, quella dei Poteri Locali e quella delle Regioni. Sono costituite da 318 membri effettivi, in rappresentanza dei 200mila enti locali d’Europa, e da altrettanti supplenti. Presidente del Congresso è il liberale inglese Keith Whitmore. Presidente della Camera delle Regioni è il popolare austriaco Herwig van Staa, mentre Presidente della Camera dei Poteri Locali è il socialista francese Jean-Claude Frécon.

Il Consiglio d’Europa è la più antica istituzione politica europea – distinta dall’UE, e di cui fa parte la Corte europea dei Diritti dell’Uomo – che si prefigge soprattutto lo scopo di tutelare i diritti umani fondamentali, la Democrazia e lo Stato didiritto. Creato a Londra il 5 maggio del 1949, da un ristretto gruppo di stati, tra cui l’Italia, oggi vi aderiscono 47 Stati, cioè tutti i paesi d’Europa, tranne la Bielorussia che non ne ha i requisiti. Dal 14 maggio e fino al 9 novembre 2012, la presidenza di turno del Comitato dei Ministri è dell’Albania. Dal 1° novembre 2009 ne è Segretario Generale il laburista norvegese Thorbjørn Jagland, che è anche Presidente della Commissione del Parlamento norvegese che assegna a Oslo il Premio Nobel per la Pace, prestigiosa carica che Jagland ha voluto mantenere anche dopo l’elezione a Strasburgo.


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