Verona, l'Imu non verrà rimborsata dal governo, Tosi infuriato
Politica Veneto

Verona, l'Imu non verrà rimborsata dal governo, Tosi infuriato

sabato 30 novembre, 2013

 VERONA, 30 NOVEMBRE 2013- Si preannuncia un inizio d’anno amaro per i veronesi. Di ieri la notizia che il governo non sarà in grado di rimborsare la tassa sulla casa pagata dai cittadini scaligeri. Dopo la decisione di abolire l’Imu, Roma ha avvertito che non ci sono più le coperture necessarie: i veronesi dovranno dunque pagare la metà di quello che il Comune doveva incassare con l’innalzamento dell’aliquota.

Con la decisione di ieri di tagliare l’Imu, Palazzo Barberi si trova in difficoltà. L’amministrazione scaligera farà pagare 35 euro in più a testa ai veronesi, dopo la scelta del governo di scaricare sui contribuenti il pagamento del 50% dell’aumento sulle aliquote stabilite nel 2013. La Giunta Tosi aveva deciso di alzare l’aliquota dal 4 al 5 per mille in seguito all’abolizione della seconda rata dell’imposta municipale unica sulla prima casa stabilita dal governo Letta a luglio. Non esistendo copertura finanziaria, ora che il governo annuncia l’impossibilità per Roma di coprire quegli 8 milioni di euro derivanti dall’innalzamento dell’aliquota dell’uno per mille, spetterà ai contribuenti coprire il buco.

“Sentiremo l’Anci e gli altri Sindaci” ha detto in sindaco di Verona Flavio Tosi “per concordare una linea comune: certo che un pasticciaccio peggiore di questo il Governo non poteva farlo, potrebbero infatti esserci anche gli estremi per un’azione legale”. Il sindaco scaligero non nasconde la sua amarezza: “Tra l’altro, come primo cittadino avevo ricevuto le rassicurazioni del ministro per gli Affari regionali e la Autonomie locali Graziano Del Rio, che assicurò personalmente al sottoscritto e ai sindaci di Vicenza Achille Variati e di Rovigo Bruno Piva, che lo Stato si sarebbe fatto carico di tutti gli oneri relativi all’abolizione dell’Imu per la prima casa, garantendo ai Comuni le relative risorse. Invece, con il decreto approvato mercoledì dal Consiglio dei Ministri, i contribuenti possessori di prima casa dovranno versare la metà della differenza tra quanto previsto dallo Stato e l’incremento fissato dai municipi”. E agli attacchi che gli esponenti Pd gli hanno riservato, commenta: “Si tratta di una partita che a livello nazionale vale 400 milioni di euro, cifra né incolmabile né tanto meno insostenibile per lo Stato. Se il Pd di Verona e il consigliere Bertucco, nel loro miope provincialismo, hanno qualcosa da ridire in proposito, se la prendano con il loro Governo, non con il Comune di Verona. E se non hanno ancora capito di chi sono le responsabilità di questa decisione assurda si leggano i giudizi negativi sul provvedimento dei sindaci di Firenze, di Milano e di Salerno, quest’ultimo anche sottosegretario del Governo Letta che giudica il provvedimento governativo “Un monumento alla demenzialità, una truffa per i cittadini italiani”.

L’opposizione ovviamente cavalca l’onda del malcontento. Michele Bertucco, capogruppo in Consiglio comunale, e il deputato Vincenzo D'Arienzo, hanno detto: ”L'avevamo detto in tutte le lingue: Tosi doveva togliere dai piedi la delibera di aumento dell'Imu che rischiava di far pagare ancora ai veronesi una tassa destinata all'abolizione. Non ci ha ascoltato ed ecco i risultati: i veronesi dovranno pagare di tasca propria la metà dell'aumento (dal 4 al 5 per mille) deciso a luglio”.


Federica Sterza

Foto www.2.citynews-veronasera.stgy.it[MORE]

 


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