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07 DICEMBRE 2015 - Può sembrare l’avvio di uno dei tanti giochi televisivi o un interrogativo di routine, ma non è sempre così. La risposta ad una domanda, in un senso o in un altro, potrebbe cambiare la prospettiva delle cose e aprire o chiudere a scenari di diversa valenza. La risposta sulla verità o non, viene spesso manipolata ad arte. L’uomo non sempre rende conto dal cuore, di solito lo fa per calcolo; ambiguità; strumentalizzazione di una relazione; presenza di un affare; amicizia non chiara; falso momento conviviale. La cosa grave è che oggi un atteggiamento del genere passa indisturbato, ma è anche tollerato e accettato. Il rischio è tutto in quello che subentra quando uno stile di vita diventa “maggioranza” in un certo contesto. Nessuno avrà qualcosa da dire, proprio per truccare la propria coscienza, rendendo normale anche ciò che non lo è. Si tratterà di presentare come vero ciò che non è attendibile, ma anche come falso ciò che in realtà è certo. [MORE]
La cronaca è piena di questi esempi, ma anche l’economia, la politica, la contrattazione sociale, la vita quotidiana di ognuno di noi. L’errore si compie perché l’uomo, qualsiasi sia il suo ruolo, non lega il suo presente allo sviluppo profondo del suo domani. È convinto di poterlo indirizzare secondo la propria volontà, fino a falsificare anche le verità oggettive, colonne portanti dell’esistenza umana. I risultati sono devastanti, anche se una visione relativistica della vita tende sempre a giustificarli. Lo fa in virtù di una ragione d’essere che valorizza l’obiettivo immediato, riparandolo dall'eternità che è nella struttura interiore dell’uomo. Pensate se per un attimo dovessimo convincerci della falsità della Parola che viene dal vangelo. Le conseguenze sarebbero devastanti per il mondo intero! La Chiesa non avrebbe più ragione di esistere, “perderebbe il suo valore di luce delle genti; sale della terra; sacramento della verità e della grazia”.
La sua stessa missione evangelizzatrice verso tutti gli uomini sarebbe senza alcun vero significato.
Dovrebbe chiudere le sue porte e non avanzare la sua oggi necessaria presenza, per la redenzione e la salvezza di un mondo, privo ormai di una sicura bussola interiore. Se noi nella sapienza del cuore riconosciamo invece, come è giusto fare, la verità di quanto viene dalla missione terrena del Figlio dell’Uomo, cambia ogni cosa. La Chiesa di riflesso assume la sua vera dimensione, per la quale è stata costituita in Pietro dallo stesso Gesù. In tutto questo non cambia solo l’atteggiamento di chi guarda verso la casa del Signore, ma anche la responsabilità di chi la rappresenta nella sua gerarchia davanti agli uomini di tutta la terra. É chiaro che la stessa Chiesa, come sostiene chi in essa è parte illuminata e fedele alla propria missione sacerdotale, non possa in nessun modo permettersi il lusso di “giocare” o “saltellare” da una teoria all’altra, magari da una verità all’altra.
Essa è obbligata a prendere coscienza della sua verità che è verità di Cristo Gesù, altrimenti è altro! Non è un caso se Papa Francesco abbia da tempo avviato una bonifica interna che, al di là dei fatti di cronaca legati ai “file” usciti in modo disonesto dal Vaticano, ha propio il compito di spezzare abitudini e comportamenti che non hanno nulla a che vedere con una Chiesa vera. “Mai quest’ultima dovrà separare luce detta, annunziata e luce vissuta, mostrata. Dire e fare sono in essa una sola luce”. Sarà forse difficile, ma questa è la strada. Ognuno di noi deve fare la sua parte con la testimonianza quotidiana, evitando condanne e sentenze personali da strada. L’augurio è che in ogni occasione si dica con coscienza retta se una cosa sia vera o falsa, ma soprattutto si rappresenti la verità ovunque, attraverso espressioni autentiche e credibili.
Egidio Chiarella
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