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Il Venerdì santo è il venerdì che precede la Pasqua cristiana. In questo giorno i cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù Cristo. I momenti significativi sono tre racchiusi nella liturgia della Parola dove viene letto il lungo racconto della Passione di Gesù. Il secondo momento consiste nell’adorazione della croce. Infine, il terzo momento si distribuisce la comunione eucaristica.[MORE]
Vangelo del Giorno
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Breve pensiero spirituale
Sulla croce, Pilato ha fatto inchiodare una scritta: “Gesù Nazareno Re dei Giudei”, abbreviata in latino: “INRI. Ai capi dei sacerdoti questa scritta non garba. Vogliono che venga modificata in: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”. Da una verità oggettiva se ne vuole fare una verità soggettiva. Da un assoluto storico, un evento personale, relativo, quasi una velleità e una chimera di un folle. I Giudei vogliono che Pilato scriva che Gesù è un insano di mente, un esaltato mistico, un invasato di stranezze. Un vero illuso.
Questa volta lo Spirito Santo si serve del Governatore di Roma per attestare dinanzi al mondo la verità oggettiva di Gesù. Lui è veramente il Re dei Giudei ed è per questa ragione che Lui lo ha condannato e fatto giustiziare. Se Pilato avesse acconsentito a modificare la causa della crocifissione di Gesù, avrebbe confessato dinanzi all’intera storia che il suo giudizio è stato falso, menzognero, stolto. Un uomo mai potrà essere condannato per le sue velleità e le sue follie, a meno che non si trasformino in delitti. Poiché Gesù non ha commesso alcun delitto, vi era una sola ragione per poter essere condannato: come vero Messia del Signore. E Gesù è il vero Messia di Dio.
Questo è il giorno dell’amore per eccellenza, l’amore di Gesù per noi, per l’umanità intera. Questo è il giorno della grande obbedienza fino alla morte e alla morte di croce. Questo è il giorno della contemplazione di così grande amore di Dio per l’umanità. Anche noi siamo chiamati a dare la vita per i nostro fratelli, ad amarli e a servirli con lo stesso amore e lo stesso spirito di servizio di Gesù.
Questo è il giorno anche della Madre Addolorata che vede suo Figlio morire ingiustamente. Camminiamo in questo giorno accanto a Lei e da lei riceveremo forza per le nostre vite, le nostre miserie e le nostre sofferenze e da Lei impareremo ad accettare la volontà di Dio. La fede non è nei miracoli; quelli possono anche non esserci. La fede è nella croce, nel vangelo, nell’obbedienza fino al Golgota.
Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it