Vaticano: primo accordo con lo Stato di Palestina. Delusione Israele
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CITTA' DEL VATICANO, 13 MAGGIO 2015 - Vaticano e Palestina hanno concluso un negoziato che sarà presto siglato da ambo le parti. Questo quanto riferisce il portavoce del Vaticano padre Francesco Lombardi al termine della riunione plenaria della Commissione bilaterale.
«La Commissione ha concluso con il suo lavoro. C’è un testo che verrà presentato alle autorità e sarà stabilita la data della firma». Di fatto, l’accordo di oggi è il riconoscimento dello stato palestinese da parte dello Stato Pontificio. Nel documento, infatti, si parla di “Stato di Palestina” e non di “Organizzazione per la Liberazione della Palestina”. Una scelta che per altro segue all’adesione da parte del Vaticano a quanto stabilito nel 2012 dall’Onu che considerava la Palestina uno “Stato osservatore non membro” e non più una semplice “entità non statuale.
Come ha spiegato all’Osservatore romano Monsignor Antoine Camilleri, a capo della delegazione del Vaticano, nonché sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati «l'intesa è frutto dell'accordo base tra la Santa Sede e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp, firmato il 15 febbraio 2000. I rapporti ufficiali tra la Santa Sede e l'Olp furono stabiliti il 26 ottobre 1994 e in seguito fu costituita una commissione bilaterale permanente di lavoro che portò avanti i negoziati per l'accordo del 2000. Esso - continua a spiegare Monsignor Camilleri - elenca tra l'altro diverse questioni riguardanti la vita della Chiesa e altre materie di comune interesse».[MORE]
Un passo, quello dunque segnato tra il Vaticano e lo Stato di Palestina che precede l'incontro di domenica prossima tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas e Papa Francesco, i quali si incontreranno in Vaticano, prima della messa di canonizzazione di due suore nate in Palestina nell’Ottocento.
Sull'accordo odierno vi è tuttavia la nosta stonata di Israele che attraverso il suo portavoce del ministero degli esteri si dice "deluso" per la decisione del Vaticano di riconoscere lo Stato di Palestina. Una scelta ha affermato il ministro che «non contribuisce a riportare i palestinesi al tavolo delle trattative per la pace».
(Immagine da ilpost.it)
Giovanni Maria Elia