Vaccini: Cnr, a ritmo attuale a fine aprile 350.000 al giorno
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Vaccini: Cnr, a ritmo attuale a fine aprile 350.000 al giorno. Sebastiani, In 7 giorni categoria 'altro' aumentata da 13% a 17%.
ROMA, 06 APR - La campagna di vaccinazione anti Covid in Italia non mostra attualmente di poter raggiungere l'obiettivo di 500.000 dosi al giorno per la fine di aprile, ma al ritmo attuale per quella data è realistico arrivare a 350.000 dosi somministrate al giorno. Sono inoltre in aumento le somministrazioni a soggetti relativi alla non definita categoria 'altro', passate nell'arco di una settimana dal 13% al 17% del totale delle dosi somministrare.
Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
"L'analisi dei dati della vaccinazione nel nostro Paese rivela che il valore del numero medio di dosi somministrate al giorno è aumentato da 220.000 di due settimane fa alle 239.000 del periodo da domenica 28 marzo a sabato 3 aprile, quindi anche eliminando il valore molto basso del giorno di Pasqua", osserva Sebastiani. "Non c'è stata, di conseguenza, neanche la settimana scorsa - rileva - la necessaria accelerazione per poter arrivare all'annunciato valore di 500.000 dosi somministrate al giorno, almeno per la seconda data prevista, cioè a fine aprile.
Con questo tipo di aumento medio, ogni settimana possiamo puntare ad arrivare a fine mese al massimo a 350.000 dosi somministrate al giorno. Penso che sarebbe meglio non fare previsioni che hanno un rischio alto di rivelarsi false, per non perdere di credibilità da parte dell'opinione pubblica". Dalle analisi risulta inoltre che aumenta in modo significativo la percentuale delle dosi assegnate alla categoria 'altro', "mentre non si è arrivati neanche alla metà del totale delle due dosi da somministrare agli over 80 e la mortalità media giornaliera nella scorsa settimana è pari a circa 440 decessi al giorno", prosegue il matematico. "Sarebbe opportuno - conclude - che presto venisse fatta chiarezza su questa categoria e, nel caso contenesse una frazione non trascurabile di soggetti non ad alta priorità sanitaria reale, venisse posto fine subito a questo deprecabile fenomeno".