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WASHINGTON, 12 GENNAIO- Gli Stati Uniti si trovano ad affrontare lo shutdown più lungo della storia del paese, da 22 giorni le attività amministrative sono bloccate.
Per la prima volta, venerdì, 800.000 dipendenti pubblici non hanno ricevuto lo stipendio, molti sono scesi in piazza a protestare frustrati dal non sapere la durata di tale paralisi.
I sindacati dei dipendenti, National Federation of Federal Employees, la National Association of Government Employees e la National Weather Service Employees Organization, hanno fatto causa al governo accusandolo di violare le leggi sul lavoro, in quanto ha chiesto ai dipendenti dei servizi “essenziali” di continuare a lavorare nonostante non gli venga corrisposto alcuno stipendio.
Le difficoltà si fanno sentire anche all’aeroporto di Miami che chiuderà un terminal per mancanza di personale, gli stessi assistenti di volo, deprivati dei loro stipendi hanno fatto causa al governo.
Il presidente Donald Trump non ha intenzione di dichiarare l’emergenza nazionale, sarebbe una soluzione troppo facile, è certo che il Congresso può fare qualcosa per la costruzione del muro al confine con il Messico e twitta “La barriera d’acciaio avrebbe dovuto essere costruita dalle precedenti amministrazioni molto tempo fa. Non lo hanno fatto, io lo farò”. Pronto a firmare la misura che consentirà ai dipendenti federali di ottenere gli stipendi persi, invita, i democratici a rientrare a Washington per stanziare i soldi necessari alla costruzione del muro.
Ad oggi lo shutdown è costato 3,6 miliardi di dollari.
Ludovica Portelli