USA: è guerra alla camorra
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USA: è guerra alla camorra

martedì 26 luglio, 2011

WASHINGTON, 26 LUGLIO 2011 - Barack Obama ha presentato ieri durante un’importante conferenza stampa alla Casa Bianca il piano d’azione “Strategy to Combat Transnational Organized Crime” (Strategia per combattere il crimine organizzato transnazionale). La camorra, insieme a Los Zetas (narcos messicani), la mafia russa “Circolo dei Fratelli”, e la Yakuza giapponese, è stata dichiarata dal presidente USA, “una delle quattro organizzazioni criminali più pericolose per l’interesse nazionale degli Stati Uniti”. [MORE]


Se la siciliana Cosa Nostra ha storicamente impegnato l’attenzione delle autorità e dell’intelligence statunitensi, ora è dunque la camorra a causare più preoccupazioni all’Amministrazione Obama che, come ha sottolineato il ministro Janet Napolitano della Homeland Security, ad oggi ha investito quantità di energie e danaro senza precedenti nella lotta alle grandi organizzazioni criminali che penetrano nel territorio USA.


Il piano di azione di Obama punta a indebolire le organizzazioni criminali attraverso sequestri immediati di beni e proprietà americane attualmente appartenenti a tali organizzazioni criminali. Alle sanzioni economiche si aggiunge il divieto di ingresso ai sospetti appartenenti al clan e procedure e controlli speciali per segnalare e mappare gli spostamenti dei suoi capi.


David Cohen, Ministro del Tesoro presente alla conferenza stampa, ha tirato le somme del giro d’affari costruito dall’organizzazione campana: la camorra ha “un fatturato annuo di 25 miliardi di dollari, un raggio di azione internazionale, attività che spaziano dalla contraffazione al contrabbando alla droga”.
È proprio il potere economico dell’organizzazione italiana a preoccupare Obama che parla di una minaccia che va "al cuore dei mercati finanziari globali, che possono essere sovvertiti nei loro meccanismi e nella loro legittimità".

L'attenta analisi dell'Amministrazione Usa coglie aspetti tristemente più che noti in Italia: "queste reti criminose si insinuano nel processo politico attraverso la corruzione, fino a diventare dei surrogati degli Stati, offrendo una loro forma di governo". La potenza della corruzione verso pubblici ufficiali è misurabile: mille miliardi di dollari all'anno per l'insieme di queste "reti transnazionali".
Obama non si ferma ad intensificare gli sforzi della sua Amministrazione, ma propone "una nuova cooperazione internazionale" in nome della sicurezza degli Stati Uniti.

Claudia Di Giacomo

 

 


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