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ROMA, 27 GENNAIO 2016 - Ieri Maria Elena Boschi ha sentito i parlamentari cattolici del Pd per spiegare il suo dissenso e quello del premier Matteo Renzi alla mediazione sulle unioni civili: "Con la maggioranza di governo non abbiamo la certezza dei numeri. E i 5stelle aspettano solo un nostro passo falso per far mancare i loro voti".[MORE]
Un simile rischio il Pd non è disposto a correlo, anche perché il partito è consapevole che dopo l'impegno pubblico del premier a Palazzo Chigi, "il Pd ha tutto da perdere e niente da guadagnare". Se i cattodem, contrari all’adozione del figlio del partner, fanno saltare la stepchild adoption con i loro voti a sfavore, l’intera legge sulle unioni civili potrebbe alla fine rivelarsi un flop. Il provvedimento Cirinnà infatti, potrebbe essere completamente affossato dai voti contrari di Sel, grillini e probabilmente da quelli di Ncd. L’affossamento della legge costituirebbe una sconfitta davvero importante per il segretario del Pd. Per questo motivo ieri il capogruppo del Senato Luigi Zanda, su spinta di Renzi, ha fissato alcuni paletti, infondendo tra i senatori Pd il rischio presagito e la probabilità fatale che lo stesso rischio determini la sorte del governo. Zanda ribadisce poi che la libertà di coscienza si applica solo a due articoli del testo: il 5, che regola l'adozione, e il 3 che con i suoi rimandi a precedenti leggi sui coniugi farebbe rientrare dalla finestra la stepchild adoption. Su tutto il resto vige la disciplina di partito, quindi non ci si aspettano soprese. Ma la tensione che pareva non esserci durante l'assemblea del gruppo, esplode non appena si esce dalle riunioni ufficiali.
Il cattolico Alfredo Bazoli precisa: "Mi aspetto un intervento di Renzi, lo voglio più interventista". Sostengono la stessa cosa i tifosi del ddl Cirinnà: "Speriamo che Matteo faccia qualche telefonata per arrivare al traguardo". I cattodem, dal canto loro, attendono gli esiti del Family day di sabato per capire che ripercussioni avrà ed eventualmente esporsi maggiormente. "C'è ancora tempo per la mediazione", dice Bazoli. "Teniamoci stretta la maggioranza che sostiene l'esecutivo, non possiamo fidarci di Grillo", afferma la renziana cattolica Rosa Maria Di Giorgi. I senatori 5stelle non hanno presentato neanche un emendamento al disegno di legge Cirinnà. Sarebbe un’ottima notizia se il Pd fosse coeso al suo interno, invece è attraversato da diversi problemi. Si delinea così uno scenario preoccupante a dieci giorni di distanza dai voti segreti decisivi (la legge dovrebbe essere approvata entro l'11 febbraio) e a pochi mesi dalle amministrative. Renzi rimane in una posizione di distanza e attende l'appuntamento di sabato per ascoltare la piazza e valutarne le reazioni. Davanti ad un equilibrio instabile e ai numeri incerti, si aspetta solo l'appuntamento con i voti segreti per capire se il provvedimento passerà.
Luna Isabella
(foto da infooggi)