Unesco all'italiana: Legambiente indaga sullo stato di salute dei siti "patrimonio dell'umanità"
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ROMA, 21 APRILE - Nel corso del tempo diversi siti italiani sono stati dichiarati patrimonio Unesco. Si tratta di aree archeologiche, siti naturalistici, centri storici, complessi architettonici o singoli monumenti considerati patrimonio dell'umanità. Ma qual è lo stato di salute di questi siti? La risposta, poco rassicurante, è contenuta in un dossier pubblicato recentemente dall’associazione ambientalista Legambiente: “Unesco all’italiana”.[MORE]
In questo rapporto sono indicate informazioni utili sui motivi che hanno portato alla loro classificazione come patrimonio dell’umanità e, in molti casi, si elencano una serie di emergenze sulle quali bisognerebbe intervenire al più presto per rimediare ad evidenti situazioni di degrado. Sono ben 23 i siti che presentano emergenze o criticità piuttosto gravi.
La situazione risulta essere particolarmente grave nei pur numerosi siti campani. Il centro storico di Napoli, le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, il complesso della Reggia di Caserta, la costiera Amalfitana, il Parco nazionale del Cilento. Si tratta di veri e propri gioielli artistici o naturalistici, vessati da abusi edilizi, da una costante emergenza rifiuti, scarsità di trasporti pubblici, dissesti idrogeologici, cattiva gestione.
Tra i problemi maggiori riscontrati negli altri siti, troviamo l’eccessiva presenza di traffico nei centri storici (Roma, Siena, Urbino), l’alto livello di inquinamento che ne consegue, la carenza di aree pedonali o ciclabili. Risulta molto serio il problema dell’abusivismo edilizio, particolarmente grave in luoghi sui quali si dovrebbe esercitare una continua attenzione, come i Sassi di Matera, l’area archeologica di Agrigento, la zona che circonda Castel del Monte, le Isole Eolie. Si segnalano, inoltre, il perenne ritardo nella realizzazione di lavori di restauro e riqualificazione, la mancanza di sinergia tra i vari enti che dovrebbero occuparsi della tutela di questi beni e talvolta la vera e propria assenza della gestione di questo grande patrimonio culturale.
“Un patrimonio per l’intera umanità – dichiara la direttrice generale di Legambiente, Rossella Muroni – che, una volta riconosciuto come tale, viene lasciato nell’abbandono, alla mercè di auto, inquinamento e nuovi edifici. Figuriamoci che ne è dei beni cosiddetti ‘minori’, quelle migliaia di chiese, opere d’arte e monumenti che costellano ogni angolo della penisola.”