Una storia agghiacciante raccontata da Massimo Dapporto al Teatro Grandinetti di Lamezia
Cultura e Spettacolo Calabria

Una storia agghiacciante raccontata da Massimo Dapporto al Teatro Grandinetti di Lamezia

venerdì 26 gennaio, 2018

LAMEZIA TERME (CZ) 26 GENNAIO - Lo spaccato di una società democratica e civile che vede nel superamento della legalità la possibilità di sopravvivere e realizzare le proprie aspirazioni disconoscendo le uguali opportunità di emancipazione sociale ed economica rappresenta il tema centrale del dramma teatrale “ Un borghese piccolo piccolo”, ispirato all’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami e interpretato dal grande Massimo Dapporto sul palco del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme nell’ambito della stagione teatrale organizzata da Ama Calabria. Tratto dal testo originale di Cerami, “ [MORE]

Un borghese piccolo piccolo” è diventato poi uno dei più graffianti film di Mario Monicelli, interpretato dallo straordinario protagonista Alberto Sordi che riuscì mirabilmente a mettere in luce la tinta grottesca del racconto e la dura critica della società italiana di allora. Peculiarità ben evidenziate da Massimo Dapporto e dai suoi partners Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro, Matteo Francomano, Federico Rubino nella rappresentazione dell’agghiacciante storia dell’umile e piccolo borghese Giovanni Vivaldi, un uomo di provincia che da oltre trent’anni lavora al Ministero dove vorrebbe sistemare suo figlio Mario neodiplomato. Il regista Fabrizio Coniglio inquadra l’azione in un ambiente buio, rischiarato da una luce fioca, riproducente una scarna scenografia costruita sui siti chiave della storia allo stesso tempo riempita di umanità o resa ridicola e tragica dall’attore milanese che riesce a trasformare lo spettacolo in un gioiello teatrale. Infatti Massimo Dapporto, attraverso un’ armonica gestualità e un appropriato e seducente timbro vocale, riesce ad incarnare in modo impeccabile l’amorevole padre di famiglia Giovanni, che ormai alle soglie della pensione, fa di tutto per assicurare al figlio Mario l’agognato posto fisso al suo ministero con il superamento di un concorso ministeriale di 2000 posti al quale partecipano 12.000 concorrenti.

A tale scopo abbraccia la Massoneria, sperimenta ogni alleanza corruttiva per trovare la giusta raccomandazione che consenta al figlio di avere le risposte delle prove scritte prima del giorno degli esami e la certezza del sostegno necessario per superare le prove orali. Ma, mentre il suo piano sta per giungere a porto, il destino gli gioca un brutto tiro: il figlio ragioniere, sul quale ha riposto tutti i suoi sogni di ascesa sociale e le speranze di una vita, viene ucciso durante una rapina. Rintracciato l’assassino, invece di consegnarlo ai carabinieri, lo cattura e lo porta nella sua casa di campagna dove lo tortura lentamente fino alla morte facendosi giustizia da sé e trasformandosi da semplice uomo in un autentico mostro. Intanto la moglie Amalia, appresa dal telegiornale la notizia della morte del figlio, viene colpita da un male che la condurrà alla morte dopo essersi trasformata in un vegertale immobilizzato. Giovanni, andato in pensione,ritorna a seppellire l’assassino sotto un albero e poi ritorna alla sua vita di prima.


Lina Latelli Nucifero

 


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