Un miliardo alla scuola, ma resta il nodo dei concorsi
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ROMA, 21 MAG - Un miliardo per la gestione del rientro a scuola a settembre e quasi altri 500 milioni per device, protezioni, esami, edilizia e quant'altro: non mancano le risorse per la ripartenza dell'istruzione in Italia, con gli esami di maturità che si avvicinano e con i ministri Azzolina e Speranza al lavoro serrato con il Comitato tecnico-scientifico per il "rientro in sicurezza".
Ma con l'aumentare delle tensioni, il dossier scuola approda a Palazzo Chigi. Due i fronti. Il primo è quello del ritorno tra i banchi: "La riapertura a settembre sarà un passaggio fondamentale per il governo, dovremo impegnarci tutti insieme", spiega un ministro, sottolineando che su questa prova, non facile, l'esecutivo si gioca una fetta importante di consenso. Il secondo, più immediato, è lo scontro in atto sui concorsi, che porta alla ministra Lucia Azzolina diverse critiche dai partiti di maggioranza.
Tra i Dem tanti parlamentari l'accusano di agire da sola, senza condividere le scelte: qualche senatore vorrebbe forzare sul tema dei concorsi e di fatto - ma questa è una posizione molto minoritaria - "commissariare" la ministra dando più potere ai tecnici. Ma i ministri Pd intervengono a mediare, nel merito della norma che coinvolge decine di migliaia di precari, sulla quale è molto critica anche Leu, e soprattutto i sindacati già adombrano uno sciopero.
Le posizioni, in questi giorni, sono rimaste distanti mentre i tempi sono sempre più stretti: il decreto scuola, all'esame del Senato, a fine mese deve passare all'esame della Camera ed essere varato definitivamente entro il 7 giugno. E' proprio il nodo politico dei concorsi cha portato il premier Giuseppe Conte a convocare con la ministra dell'Istruzione un vertice dei capigruppo dei partiti che sostengono il governo, viste le tensioni nella maggioranza proprio sul tema delle nuove immissioni in ruolo dei prof. Sul tavolo dell'incontro convocato a sera tarda e poi slittato di 24 ore a causa del consiglio dei ministri, anche una proposta di sintesi della ministra: convocare il concorso per gli insegnanti della scuola secondaria ma inserire una clausola che faccia scattare l'assunzione a tempo determinato, secondo le graduatorie, nel caso in cui l'emergenza renda impossibile svolgere la prova.
Un'ipotesi di mediazione sui cui si starebbe lavorando da mercoledì, in un susseguirsi di riunioni anche in notturna tra la stessa Azzolina e la maggioranza. Nella proposta ci sarebbe, in caso di impossibilità di tenere la prova scritta in presenza a causa del mutato quadro epidemiologico, l'ipotesi di svolgere una prova scritta durante l'anno. Ma lo slittamento della riunione di maggioranza sta a dimostrare che rimangono le tensioni sulla norma contenuta nel decreto sulla scuola, e non solo: si attende a questo punto il vertice con il premier per sbloccare proprio l'impasse e siglare un'intesa tra il M5s, che spinge perché i concorsi si tengano, e Pd e Leu, che chiedono, vista l'emergenza, di far valere le graduatorie. Ma alla Flc Cgil, che si è detta pronta allo sciopero, non piace l'ipotesi avanzata da M5s che prevede una clausola di emergenza da far scattare per il concorso straordinario per i docenti precari della scuola.
"Per noi esiste l'unica possibilità reale che è quella del concorso per titoli. Prima se ne prende atto e meglio è per la scuola", dice all'ANSA il segretario della Federazione della conoscenza, Francesco Sinopoli. E per sabato prossimo alle 15,30 il comitato 'Priorità alla scuola' ha organizzato manifestazioni in piazza in 16 città - da Milano, a Roma, passando per Trapani e Firenze - per chiedere il rientro a scuola a settembre perché "la 'didattica a distanza' è la didattica dell'emergenza" e "non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21".