Un giudice "salomonico" riuscirà a snellire le cause civili?
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PISA, 23 OTTOBRE 2013 - Il legislatore italiano è ormai sempre più alle prese con il tentativo di ridurre il contenzioso civile, che vede centinaia di cause arretrate da smaltire. Una delle ultime “creazioni” che riguarda il mondo della giustizia civile è la possibilità per il giudice civile di proporre alle parti di raggiungere un accordo prima della conclusione della causa, aderendo a una proposta conciliativa “confezionata” dallo stesso giudice.
Questo il testo della normativa introdotta nel codice di procedura civile: “ il giudice, alla prima udienza, ovvero sino a quando è esaurita l’istruzione, deve formulare alle parti una proposta transattiva o conciliativa. Il rifiuto della proposta transattiva o conciliativa del giudice, senza giustificato motivo, costituisce comportamento valutabile dal giudice ai fini del giudizio”.
Si dà in pratica vita alla figura di un giudice “salomonico”, che non applica solo le leggi ma sa anche individuare le possibili vie d’uscita per le parti da situazioni conflittuali.
Si tratta di un'innovazione di non poco conto. Nelle cause civili, infatti, verranno d'ora in poi presi in considerazioni aspetti anche extragiuridici. Il tutto per cercare di risolvere i conflitti in maniera da limitare il protrarsi per anni di cause costose sia per lo Stato che per i portafogli delle parti contrapposte. Funzionerà?[MORE]
Avv. RAFFAELE BASILE