UGL Sanità: Arpacal, disabili in attesa dei concorsi
Politica Calabria

UGL Sanità: Arpacal, disabili in attesa dei concorsi

mercoledì 24 novembre, 2010

CATANZARO- “Ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto i concorsi riservati alle categorie protette banditi dall’Arpacal nel 2009, dei quali, peraltro, era stata espletata la prima prova selettiva”.
E’ quanto ha chiesto lo scorso 4 ottobre la segreteria regionale dell’Ugl sanità all’Urp dell’Agenzia per l’Ambiente, senza ottenere alcuna risposta. “L’Urp - sostiene il sindacato - ha dirottato via mail la domanda all’Ufficio interno del Personale “dal quale ad oggi non è arrivato nessun chiarimento”.[MORE]
“Insomma, - continua l’Ugl sanità - mentre da una parte l’attuale Governo nazionale attiva misure straordinarie, a sostegno delle persone disabili, e conferma (Circolare n. 6/2009, del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso mese di febbraio) che le assunzioni delle categorie protette, sino al completamento della quota d’obbligo, sono escluse da qualsiasi divieto o vincolo “perchè trattasi di una categoria meritevole di tutela in quanto rientra tra le fasce deboli della popolazione che rimane normalmente esclusa dai blocchi o da vincoli assunzionali, attesa l’esigenza di assicurare in maniera permanente l’inclusione al lavoro dei soggetti beneficiari della normativa di riferimento”, dall’altra ci sono Enti, come l’Arpacal, ma non solo, che continuano a disattendere la normativa di riferimento, lasciando nel limbo tanti cittadini che hanno tutto il diritto di entrare in forma stabile nel mondo del lavoro”.


Ricordiamo che l’art. 3 della Legge 68 sancisce espressamente che “i datori di lavoro pubblici che occupano dipendenti in misura superiore a 50 unità, sono tenuti ad assumere disabili nella misura del 7% dei lavoratori occupati al 31 dicembre dell’anno precedente. E non solo. L’articolo 18 della citata legge stabilisce, altresì, che gli Enti pubblici sono “tenuti ad assumere orfani di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizi equiparati, nella misura dell’1% dei lavoratori occupati.


La vicende Arpacal - prosegue la segreteria regionale dell’Ugl sanità - è, a dir poco, assurda perché nasce e si sviluppa alla fine del 2009, con una serie di inspiegabili rinvii. Banditi nel 2009, i concorsi (uno per coadiutore amministrativo esperto, cat. Bs; ed uno per assistente amministrativo, cat. C, per complessivi 17 posti riservati ai disabili su poco più di 200 dipendenti), dovevano espletarsi nel mese di ottobre; data poi slittata a novembre, infine a dicembre, con motivazioni banali che facevano riferimento alla grande mole di lavoro cui erano state sottoposte le due commissioni preposte alla verifica delle domande. La prima prova pratica si è, infine, tenuta a fine febbraio presso il Centro Agroalimentare di Lamezia Terme; due giorni massacranti per tanti poveri ragazzi, molti dei quali arrivati in carrozzella dai più sperduti paesi della Calabria. Insomma da settembre a febbraio, poi nulla. Ma c’è di più. Ai partecipanti è stata chiesta una tassa di 12 euro per ogni domanda presentata; tassa che - seppur legittima - non è stata invece chiesta da altri Enti per analoghi concorsi”.

 


“La Circolare del Ministero per la Pubblica Amministrazione - continua l’Ugl sanità - per l’Arpacal, evidentemente, non è servita a nulla, anche se in essa viene chiaramente indicato che “la mancata copertura della quota d’obbligo riservata alle categorie protette è espressamente sanzionata sul piano penale, amministrativo e disciplinare, secondo quanto previsto dall’art. 15, comma 3, della legge n. 68 del 1999”.
Al presidente Scopelliti di cui apprezziamo la sua sensibilità verso queste problematiche e al nuovo commissario Arpacal, chiediamo quindi che si faccia luce su questa vicenda. A nostro avviso, nessun piano di rientro - conclude il sindacato - può e deve comprendere azioni di contenimento della spesa indirizzate alla riduzione dei posti destinati ai disabili. Se così fosse, a nostro avviso, si continuerebbe ad infierire su quelle categorie che la legge, proprio per le loro particolari condizioni, ha tentato di tutelare e che quindi meritano attenzione e rispetto. Un posto di lavoro in più, assicurato alle categorie protette, può essere di aiuto a tante famiglie ed è soprattutto sinonimo di civiltà”.

 

in foto, G. Romano
 


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https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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