UE, oggi il primo passo per una cooperazione strutturata sulla Difesa
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BRUXELLES, 13 NOVEMBRE – E’ un giorno storico per l’Unione Europea. A distanza di anni dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, infatti, più di 20 Paesi membri dell’UE hanno deciso di ricorrere alla possibilità prevista dagli articoli 42(6) e 46 del Trattato sull’Unione Europea per avviare l’istituzione di una cooperazione strutturata in materia di Difesa comune.[MORE]
In particolare, le norme in questione consentono agli Stati che soddisfino criteri più elevati in termini di capacità militari di dar vita ad una cooperazione permanente la cui formale instaurazione avviene con una decisione del Consiglio a maggioranza qualificata, previa consultazione dell’Alto rappresentante.
Proprio l’Alto rappresentante, Federica Mogherini, ha espresso grande soddisfazione per l’avvio dei progetti che porteranno ad un rafforzamento dell’integrazione nel settore della Difesa. “E’ una nuova pagina” ha dichiarato Mogherini, “ed il fatto che ciò avvenga a due anni esatti dagli attentati di Parigi ha un notevole valore simbolico”.
Nella giornata di oggi avverrà la firma dell’impegno formale ad avviare i progetti per la cooperazione strutturata permanente. Successivamente si procederà seguendo l’iter tracciato dal Trattato sull’Unione Europea.
Grande è l’ottimismo di Mogherini sul numero di adesioni: “mi aspetto di ricevere una lettera di notifica da un alto numero di Stati membri, più di 20” ha infatti affermato il capo della diplomazia europea. Germania, Francia, Italia e Spagna dovrebbero essere tra i cosiddetti “PeSCo”.
Tre saranno le direttrici lungo le quali si orienterà la cooperazione: investimenti nella Difesa, sviluppo di nuove capacità e preparazione ad una partecipazione congiunta ad operazioni militari. Le decisioni a livello politico saranno assunte dal Consiglio, laddove voteranno solo i Paesi PeSCo, mentre sotto un profilo strettamente tecnico i singoli progetti saranno accezione solo degli Stati partecipanti.
La partita è ancora lunga, e quello di oggi è solo un primo passo. Nonostante la natura vincolante degli impegni assunti oggi, infatti, restano i governi i “padroni” del processo che porterà all’istituzione della cooperazione strutturata permanente: quali saranno le tempistiche ed il grado di integrazione, dunque, è ancora incerto.
Paolo Fernandes
Foto: publika.md