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BRUXELLES, 02 MARZO 2012- Dopo un discorso introduttivo da parte dei presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Josè Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, i capi di Stato e di governo dei 25 paesi Ue, ad eccezione di Gran Bretagna e Repubblica ceca, hanno ufficialmente apposto la loro firma, in ordine alfabetico, in calce al nuovo trattato: il Patto di bilancio.
Come ha evidenziato Van Rompuy, "Il Patto aiuterà a prevenire il ripetersi della crisi del debito sovrano. Dopo la firma di oggi, viene il momento della ratifica e ora voi tutti dovrete convincere i vostri Parlamenti ed elettori che questo Trattato è un passo importante per riportare l'euro in modo duraturo in acque tranquille. Sono molto fiducioso sul successo da parte dei leader dei 25. Il testo entrerà in vigore solo quando 12 paesi dell'eurozona lo avranno ratificato".
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Continua Van Rompuy, riconfermato oggi all'unanimità nella sua carica per altri due anni e mezzo, "Con il 'Fiscal compact' verrà rafforzata anche la fiducia tra gli stati membri, cosa che è ugualmente importante da un punto di vista politico", mentre "il ripristino della fiducia nel futuro dell'eurozona porterà alla crescita economica ed alla creazione di posti di lavoro". E' questo, infatti, il 'fine ultimo' del Patto firmato oggi, perché gli obiettivi su deficit e debito sono obiettivi intermedi, non un fine in se stesso".
In sintesi, il Trattato, che entrera' in vigore il primo gennaio del 2013, sancisce che i paesi Ue si dovranno impegnare ad avere il deficit sostanzialmente in equilibrio, con un valore massimo dello 0,5% rispetto al pil, questa rappresenta la "regola d'oro" che dovra' acquisire la forma di una legge costituzionale o equivalente. Alla Corte di giustizia Ue sarà affidato il compito di vegliare sulla corretta trasposizione di questa norma e, nel caso registrerà il mancato rispetto potra' anche imporre multe pari allo 0,1% del pil. Nel caso in cui il deficit di un Paese superi la soglia del 3%, scatteranno sanzioni semiautomatiche. Infatti, gli altri Stati si impegnano infatti ad approvare le raccomandazioni della Commissione Ue, che potranno essere bloccate solo con un voto a maggioranza qualificata rovesciata.
Per quanto concerne il debito, è stata confermata la soglia del 60% e il ritmo medio di riduzione pari a un ventesimo all'anno, ma resta uno dei nodi aperti sul tavolo se aggiungere o meno il riferimento alle sanzioni semiautomatiche nell'articolo 7. Tuttavia, in entrambi i casi, sarà effettuata una valutazione complessiva dell'andamento del ciclo economico e dei "fattori rilevanti" come richiesto dall'Italia.
Per l'Italia ha firmato il Primo ministro Mario Monti, che in merito alla crisi ha sostenuto che, "Dovrebbe essere uscita di scena, speriamo per sempre". Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, una delle sostenitrici del 'Fiscal Compact', "Si tratta di una pietra miliare nella storia dell'Unione Europea, un segnale forte che stiamo imparando le lezioni della crisi, che abbiamo compreso i segnali e che stiamo scommettendo sul futuro di un'Europa politicamente unita".
Al termine della cerimonia, hanno preso avvio i lavori del secondo giorno del vertice Ue. Tra i lavori in agenda: un vertice sugli ultimi sviluppi della situazione in Siria, con la richiesta ai ministri degli Esteri di valutare nuove sanzioni, e le politiche di vicinato meridionale, e piu' in generale l'evoluzione della Primavera araba.
Con la firma del 'Fiscal compact', prosegue l'operazione di restyling iniziata dall'Ue al fine di riuscire a dissipare le ombre e le lacune derivanti dal Trattato di Maastricht.
(Fonte: Ansa, Adnkronos)