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Questione “Medicina” e riordino sanitario: eliminare subito ogni contraddizione
Catanzaro 23 giugno 2012 - La vicenda dell’eventuale istituzione di una facoltà di Medicina a Cosenza ha scoperchiato un problema ben più ampio e ben più serio che riguarda sia il sistema universitario calabrese sia la sanità, in particolare quella catanzarese, oggetto di decisioni politiche opinabili e contraddittorie che ne ridimensionano ruolo e funzioni conquistati negli ultimi decenni.
Per entrare nel concreto, la vicenda di Medicina a Cosenza non sarebbe mai sorta se il governatore Scopelliti non avesse firmato due decreti fra loro incompatibili: in data 1 giugno 2012 stipula un protocollo d’intesa (DPGR n. 77) fra la Regione Calabria e l’Università “La Sapienza” di Roma per attivare corsi di laurea nelle professioni sanitarie presso l’ASP cosentina; ma dopo appena 4 giorni, il successivo 5 giugno 2012, Scopelliti stipula un altro protocollo d’intesa, stavolta con il Rettore dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, col quale la Regione – in esecuzione dei DPGR n. 7 e n. 11 del 2012 – si impegna affinché <<la sede universitaria dei corsi di laurea delle professioni sanitarie è l’Università di Medicina di Catanzaro>>, così come testualmente recita l’art. 1 comma 2 di tale protocollo. Non è un caso che il Rettore, prof. Quattrone, abbia dichiarato tutta la sua sorpresa qualora esistesse davvero un accordo con l’ASP di Cosenza. Ciò che, evidentemente, esiste davvero![MORE]
Dunque, al di là delle differenti posizioni politiche, la chiave di volta per giungere alla soluzione di ogni problema è eliminare all’origine le contraddizioni, pena un prolungamento di equivoci che rischiano nel tempo di consolidare un’anomalia (si veda il caso quarantennale sulla diarchia del capoluogo calabrese tuttora esistente perché non solo non è mai stato sanato, ma addirittura istituzionalizzato). Pertanto, sarebbe un atto di grande valore politico l’annullamento del DPGR n. 77 per ricondurre la questione in una logica razionale affinché – dando seguito coerente alle dichiarazioni del governatore – i corsi assegnati a Cosenza siano svolti dall’ateneo catanzarese e presso il medesimo.
Ma accanto a questo problema ne esiste un altro che inerisce il complessivo riordino della rete ospedaliera e, nondimeno, i metodi con cui finora vi si è messa mano: appaiono incomprensibili le scelte, anche queste del presidente Scopelliti, attuate col decreto 136/2011 (fra l’altro oggetto di ricorso al TAR) con le quali viene dirottata la Cardiochirurgia universitaria catanzarese all’HUB di Reggio, viene soppressa la Cardiologia riabilitativa dell’azienda Mater Domini, diminuiti i posti letto dell’Emergenza Urgenza del Pugliese-Ciaccio, e rimane di incerta collocazione l’U.O. di Epatologia.
La sanità merita attenzioni speciali e la politica dovrebbe farsene carico con responsabilità sia in vista della razionalizzazione economica sia alla luce dell’efficienza da perseguire nei servizi e nella ricerca. A tal proposito registriamo positivamente l’impegno ad incrementare le attività scientifiche presso l’UMG da parte del CNR, così come dichiarato dal suo presidente Luigi Nicolais durante la recente visita al Campus del capoluogo regionale. Altrettanto positiva è l’iniziativa di interfacciarsi col ministro Profumo, declamata dal sindaco Abramo, nonché la validissima proposta del consigliere UDC Roberto Rizza di dedicare un consiglio comunale ad hoc sulla questione universitaria. Purché, prioritariamente, vengano cancellate le contraddizioni che stanno alla base di scelte e di “riordini” un po’ troppo “disordinati”.
Fabio Lagonia – UDC Catanzaro