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KIEV, 31 GENNAIO 2014 – Il presidente ucraino Viktor Ianukovich oggi ha firmato la legge d'amnistia per i manifestanti antigovernativi approvata due giorni fa e che prevede la liberazione degli arrestati dopo lo sgombero degli edifici statali occupati.
Secondo il controverso capo di Stato, l’esecutivo avrebbe così soddisfatto gli obblighi assunti per porre fine alla grave crisi politica del Paese, ma l’opposizione «continua a inasprire la situazione - ha dichiarato Ianukovich - e chiede alla gente di affrontare il gelo per favorire le ambizioni politiche di alcuni leader».
Gli oppositori – rappresentati dal moderato Arseniy Yatsenyuk (del partito di Yulia Timoshenko, il Fatherland party), dal movimentista Vitali Klitschko (deputato presso l’Alleanza democratica ucraina per la riforma) e da Oleh Tiahnybok, leader dei nazionalisti di estrema destra di «Svoboda» (Libertà) - rifiutano l’amnistia condizionata, ritenendo inaccettabili le condizioni imposte dalla maggioranza.[MORE]
Intanto le barricate – costruite con materiali di recupero come pneumatici, pezzi di panchine o addirittura ghiaccio - non sono state rimosse da Euromaidan (Piazza Europa), così come è stata ribattezzata la piccola zona di Kiev che resiste dall’inizio dei disordini.
«Siamo sull’orlo di una guerra civile», ha commentato Leonid Kravchuk, il primo presidente ucraino post-indipendenza (in carica dal 1991 al 1994), a proposito della situazione in cui versa il Paese da oltre due mesi.
Preoccupato anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che su Twitter scrive: «Continuo a seguire gli sviluppi con preoccupazione »; definendosi poi in un altro post «molto preoccupato per il tentativo di coinvolgere i militari nella crisi».
(Foto: ilsole24ore.com)
Domenico Carelli