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ANKARA (TURCHIA), 12 APRILE 2014 - Twitter non pagherebbe le tasse alla Turchia. Sarebbe questa la motivazione per cui Erdogan ha deciso di privare del social network i turchi. La dichiarazione arriva dopo la sentenza della Corte Costituzionale turca, contraria al provvedimento.
La Corte aveva costretto il premier turco a riaprire il sito, ma lui non ci sta, anzi. Diverse le campagne del leader turco contro i social network: se prima i social network erano un modo per fomentare i ribelli, ora Facebook, Twitter e Youtube diventano "meri strumenti di profitto" (ANSA) a discapito dei cittadini turchi.
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Il premier intende prendere provvedimenti seri contro l'evasore fiscale Twitter, prima di tutto cercando di oscurarlo per quanto possibile in Turchia e facendo campagne mediatiche per legittimare quanto sta avvenendo in queste ore nella politica turca e nella vita dei cittadini.
La notizia è stata appena battuta dall'ANSA e riprende un dibattimento aperto nella politica internazionale, ovvero come tassare in qualche modo le multinazionali della Rete (Twitter, Facebook, Google, ecc.). La notizia delle dichiarazioni di Erdogan lascia però sgomenti, perché avviene subito dopo la sentenza di un organo super-partes (la Corte Costituzionale turca), riconosciuto a livello internazionale.
(www.ansa.it)
Annarita Faggioni