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Trump al Nyt: tutte le prime mosse del nuovo presidente americano

NEW YORK, 23 NOVEMBRE - E’ uno show inaspettato quello di Donald Trump alla redazione del New York Times. Il presidente aveva inizialmente cancellato l’incontro, per poi irrompere nell’autorevole giornale dopo le polemiche della giornata di ieri sui media. Trump aveva un rilasciato un video di tre minuti, nel quale esponeva i principali punti ed obiettivi dei primi 100 giorni del suo mandato.[MORE]

«L’incontro con il New York Times è di nuovo in programma per le 12.30. Non vedo l’ora» - aveva scritto il tycoon su Twitter – annunciando di fatto il dietrofront. Da lì l’arrivo in redazione, al sedicesimo piano. Lo show comincia con le frecciate al Nyt: «Vi leggo. Purtroppo. Vivrei vent’anni in più se non lo facessi» ha dichiarato Trump – dopo le polemiche degli ultimi mesi. Il neo presidente ha così concentrato i primi minuti sulle ‘lamentele’ nei confronti del New York Times, preferendo ad esempio il Washington Post.

Tuttavia, e questo è il punto da sottolineare, è ormai in atto la trasformazione del repubblicano: dalle dichiarazioni esplosive della campagna elettorale all’impianto moderato in vista della presidenza. Polemiche sì ma anche rispetto nei confronti degli interlocutori. Il passo al Nyt ne è un altro chiaro e lampante esempio. Viene dunque a delinearsi il passaggio da candidato a vincitore.

L’operazione si è rivelata di gran successo. Dalla ‘vecchia’ comunicazione alla nuova. Dalla carta stampata ai nuovi mondi e canali social, prediletti da The Donald. E così: le domande, le analisi, la diretta: una nuova evoluzione del mondo. Molte le questioni rivoltegli: su tutte quella legata al conflitto d’interessi: «Presumo che dovrei fare un blind trust. Farò qualcosa. Però sarei perfettamente in grado di gestire contemporaneamente la Casa Bianca e le mie aziende».

E difende Steve Bannon, suo controverso stratega: «Breitbart, il suo sito, è soltanto un mezzo d’informazione. E’ conservatore, ma fa il vostro stesso lavoro. Quello che state dicendo su Bannon è ingiusto. Se avessi il minimo sospetto che fosse razzista, non lo assumerei». Trump ha così voluto rispedire al mittente le accuse su uno degli uomini più fidati del suo nuovo corso.

Ma il tema clou è forse quello legato al cambiamento climatico. Qui Trump ipotizza un passo indietro parlando di tenere la «mente aperta» sulla questione. Passo in avanti timido, ma certamente ben lontano dalle precedenti dichiarazioni, secondo le quali il problema clima fosse una finzione cinese per danneggiare l’economia statunitense. Altri temi toccati sono stati il rapporto con l’estrema destra, dalla quale il presidente ha voluto prendere le distanze, sino alla avversaria democratica Hillary Clinton. Nessun intervento sulla questione mail: «Non voglio infliggerle altro dolore» - è il succo del pensiero del tycoon.

L’incontro è durato circa un’ora. Nonostante le ostilità dei mesi scorsi e quelle iniziali, l’incontro ha di fatto mostrato come la serietà e l’importanza di una carica come la presidenza degli Usa impone un cambio di rotta rispetto alle strategie da campagna elettorale. E chissà che il futuro non riveli una nuova impronta ‘trumpiana’, dal carattere moderato e persino centrista.

 

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta