Trento, licenziarono professoressa perchè lesbica: scuola dovrà risarcirla
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ROMA, 10 MARZO - L’istituto scolastico privato di Trento che aveva licenziato un’insegnante perché lesbica, ha perso anche il secondo round di fronte alla magistratura, vedendosi anche raddoppiata la somma che dovrà risarcire all’interessata, ma anche alla Cgil e a un’associazione contro le discriminazioni di genere che si erano costituite nella causa. Una vittoria per la lotta contro le discriminazioni che arriva proprio a ridosso dell'8 marzo. [MORE]
L’istituto Sacro Cuore, che non aveva rinnovato il contratto alla docente dopo la scoperta del suo orientamento sessuale, dovrà pagare 45mila euro alla donna (il danno patrimoniale è stato quantificato in circa 13mila euro mentre il danno morale in 30mila euro). Inoltre dovranno essere pagati 10 mila euro alla Cgil e all’Associazione radicale Certi Diritti.
L’insegnante d'Arte ha commentato: “Mi ritengo finalmente reintegrata nella mia dignità di docente e di donna, fatto che assume una particolare importanza proprio oggi. Il riconoscimento espresso della falsità delle dichiarazioni era per me prioritario, al di là di ogni risarcimento di denaro. È stata accertata la diffamazione e la ritorsione che ho subito con le dichiarazioni dell’Istituto alla stampa nazionale”. La professoressa era stata accusata dall'Istituto scolastico di abusare del suo ruolo e di turbare i ragazzi a causa del suo orientamento sessuale, per giustificarne il licenziamento.
In una nota i giudici commentano: “Le ragioni della sentenza di primo grado, di affermazione della discriminazione diretta e e della discriminazione diretta collettiva, contrariamente a quanto sostenuto dall’appellante, non sono affatto frutto di grossolani errori, sviste, omissioni e fraintendimenti, e vanno condivise”.
Maria Minichino
(fonte immagine ilfattoquotidiano.it)