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Tre italiani scomparsi in Messico, Farnesina segue caso. Sarebbero un venditore ambulante, suo figlio e un cugino
NAPOLI, 16 FEB BRAIO - Tre italiani sono scomparsi dal 31ì gennaio scorso a Tecaltitlan, città dello stato di Jalisco, in Messico. Lo denunciano i familiari dei tre. La Farnesina sta seguendo il caso con l'ambasciata a Città del Messico in stretto raccordo con le autorità locali e in costante contatto con la famiglia. I tre scomparsi sono Raffaele Russo, venditore ambulante, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, tutti originari di Napoli. [MORE]
Il primo a sparire, attorno alle 15, sarebbe stato Raffaele Russo. Due ore dopo - sempre secondo il racconto dei familiari - il figlio Antonio e il nipote Vincenzo, di 25 e 29 anni, non riuscendo più a parlare al telefono con il sessantenne, sono andati nel punto dove il gps dell'auto presa a noleggio segnalava la sua ultima posizione.
Ad un certo punto i due giovani si sarebbero fermati a fare benzina e lì sarebbero stati avvicinati da "diversi poliziotti a bordo di un auto e due moto, che gli hanno intimato di seguirli". Prima di sparire anche lui, Antonio sarebbe riuscito ad inviare un messaggio via whatsapp all'altro fratello Daniele, che si trovava anche lui in Messico con un quarto fratello, Francesco. Poco dopo anche i telefoni dei due giovani avrebbero
smesso di funzionare.
"Abbiamo provato a contattare l'ufficio di polizia di Tecaltitlan - dicono ancora i familiari - e in un primo momento
ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati e stavano andando all'ufficio, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante una seconda telefonata questa versione è stata negata dalle autorità messicane".
"Ad oggi - concludono i familiari - non sono pervenute richieste di riscatto" e, dunque, "si richiede la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche".