Trattativa Stato-mafia: la Corte d'assise convoca il presidente Napolitano a testimoniare
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PALERMO, 25 SETTEMBRE 2014 - La Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, ha deciso che di ascoltare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, come testimone nell’ambito del processo riguardante la “trattativa Stato-mafia”.
L'udienza al Quirinale
I giudici di Palermo hanno dunque accolto la richiesta avanzata dall’accusa. Una riserva che adesso, una volta sciolta, dovrebbe portare il processo nelle stanze del Quirinale. L’articolo 502 del Codice di Procedura penale prevede, infatti, l’esame a domicilio del teste che non può comparire in udienza. Durante la deposizione della testimonianza, la cui data non è stata ancora fissata, non potranno prendere parte né il pubblico, né gli imputati, ma solo i legali e la procura. Inoltre, non sarà effettuato nessun video collegamento con gli imputati sotto processo.
La lettera di D'Ambrosio
Il Capo dello Stato, sarà ascoltato in merito alla lettera del 18 giugno 2012 ricevuta dall’allora suo consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio, nella quale lo stesso D’Ambrosio si diceva “preoccupato di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi, avvenuti tra il 1989 e il 1993”.
Sulla possibilità di essere ascoltato come testimone, il 31 ottobre scorso, il presidente Napolitano aveva inviato una lettera alla Corte di Palermo, nella quale ribadiva la sua disponibilità a testimoniare nell’ambito di tale processo, ma allo stesso tempo precisava di non avere nulla da riferire in merito.[MORE]
Non è evidentemente così per la stessa Corte d’Assise che oggi ha deciso di convocare il Capo dello Stato.
(Immagine da huffpost.com)
Giovanni Maria Elia