Tragedia a Seul: l'attore Lee Sun-kyun, icona di "Parasite," trovato senza vita
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La morte dell'acclamato attore sudcoreano, noto per il suo ruolo nel film premiato agli Oscar, scuote il mondo del cinema e pone l'attenzione sulla severa legislazione sulle droghe in Corea del Sud.
SEUL, 27 DIC. - Lee Sun-kyun, l'attore sudcoreano famoso per il suo ruolo nel film "Parasite," vincitore di premi agli Oscar nel 2020, è stato tragicamente ritrovato senza vita oggi, in un evento che sembra essere stato un suicidio, secondo quanto riportato dall'agenzia Yonhap.
Il 48enne è stato scoperto all'interno di un veicolo nel centro di Seul, come dichiarato dalla polizia sudcoreana, citata dall'agenzia di stampa. In precedenza, Lee Sun-kyun era stato coinvolto in un'indagine riguardante l'uso di cannabis e altri farmaci psicotropi. Questa controversia aveva compromesso la sua carriera di attore di successo, causando la perdita di apparizioni televisive e contratti pubblicitari, secondo varie fonti dei media sudcoreani.
Lee Sun-kyun aveva recitato in diversi film del regista Hong Sang-soo, ma è stato grazie al film "Parasite," diretto da Bong Joon-ho, che ha raggiunto la fama a livello internazionale. Il suo più recente lavoro, "Sleep," in cui interpretava un marito sonnambulo che terrorizzava sua moglie, è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes di quest'anno.
Prima di un interrogatorio in una stazione di polizia vicino a Seul alla fine di ottobre, Lee Sun-kyun aveva rilasciato una dichiarazione: "Mi scuso sinceramente per aver deluso molte persone essendo coinvolto in un incidente così spiacevole. Mi dispiace per la mia famiglia che sta sopportando un dolore così difficile in questo momento."
La legislazione sudcoreana è nota per essere severa riguardo all'uso di droghe, con sanzioni rigorose per chi viene coinvolto. Il presidente Yoon Suk-yeol aveva recentemente richiesto misure ancora più severe per combattere il traffico di droga in un paese dove la vendita di cannabis può portare all'ergastolo e sono previste pene detentive per chiunque ritorni in Corea del Sud dopo aver consumato cannabis legalmente all'estero.