Traffico di teli agricoli esausti in PVC e PE dall'Italia alla Repubblica Popolare Cinese
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Dove finiscono teloni agricoli esausti in PVC e PE? La proposta: incentivare l’utilizzo di quelli biodegradabili
Chi attraversando le Nostre campagne, specie quelle coltivate a vigneti e comunque adibite a i più svariati tipi di colture intensive si sarà chiesto: ma i teloni agricoli in PVC e PE dove andranno a finire una volta utilizzati?
Poiché trattasi di teli composti da materie plastiche di non semplicissimo smaltimento e se si pensa che poi sugli stessi finiscono anticrittocamici, antiparassitari, composti solforosi, gli stessi sono considerati rifiuti speciali ed è previsto dalla legge un contributo ambientale all’acquisto ai fini della facilitazione dello smaltimento anche in termini di costi.[MORE]
Se tutti pagassero il contributo e smaltissero correttamente tali rifiuti speciali presso i centri di raccolta sparsi sul territorio, probabilmente non solo non vedremmo le Nostre campagne invase da ettari di polietilene gettato sulla nuda terra, ma vedremmo sensibilmente ridotti i rischi ambientali da inquinamento con conseguenti ricadute benefiche sulla Nostra salute.
Ma come tante cose in Italia, anche nel settore pare ci sia una forte evasione e soprattutto una certa noncuranza nella corretta eliminazione, perché la raccolta non è di semplice realizzazione e non è strutturalmente organizzata mediante il recupero “porta a porta” o meglio “fondo a fondo”, tant’è che ci sono giunte alcune segnalazioni che i teloni, una volta esausti, vengano in parte rivenduti ed imbarcati su navi che li trasportano addirittura nella Repubblica Popolare Cinese ove verrebbero ridotti in polimeri e riutilizzati come plastica riciclata. Un nuovo businnes che starebbe assumendo proporzioni preoccupanti e che riteniamo debba essere fermato.
Ma proprio da un progetto italo – cinese verrebbe la soluzione al problema: la sostituzione degli attuali teli con nuovi di materiale completamente biodegradabile e dei quali a fine vita utile il film si degraderebbe naturalmente nel terreno.
Secondo Giovanni D’AGATA, componente del Dipartimento Tematico Nazionale“Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, anche se in agricoltura si è assistito ad un graduale aumento della sensibilità per le tematiche ambientali, ma poiché sul territorio purtroppo sussistono ancora sacche di resistenza che al contrario dimostrano noncuranza, la proposta illustrata pare l’unica percorribile per evitare gli scempi ecologici che abbiamo segnalato poc’anzi.
(notizia segnalata da giovanni d'agata)