Torino, Primo Maggio di tensioni: il corteo attacca il Pd e mostra striscioni in onore di Preiti
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
TORINO, 01 MAGGIO 2013 - Quella che doveva essere una manifestazione per festeggiare la giornata del Primo Maggio si è trasformata in un'orda guidata dal dissenso. Il clima a Torino è particolarmente teso: dal corteo, non appena è iniziata la marcia per le vie del centro, sono stati pronunciati slogan contro il Pd e le autorità.
Aspre critiche sono state avanzate anche nei confronti del sindaco Piero Fassino, definito da alcuni manifestanti «La vergogna di Torino». Lele Rizzo, del centro sociale Askatasuna, ha urlato con il megafono: «Quella parte di corteo, quella del Pd, non merita di stare qui. Hanno fatto una campagna intera parlando di cambiamento e ora c'è il governo dell'inciucio».
Dopo il comizio del primo cittadino in Piazza San Carlo, disturbato da qualche fischio, sono stati srotolati alcuni striscioni, tra cui uno raffigurante Luigi Preiti, l'attentatore che nei giorni scorsi sparò a due Carabinieri a Palazzo Chigi e ferì una donna incinta.[MORE]
Il leader dell'Askatasuna ha affermato: «Quello di Preiti è il gesto di chi non ce la fa più, se si fosse suicidato non avrebbe fatto neppure notizia. Noi siamo al fianco di chi si ribella», spiegando così la scritta «Il Primo Maggio è per voi» sotto l'immagine dell'attentatore e di alcune persone che si sono tolte la vita poichè non riuscivano a fronteggiare la crisi economica.
Tra lanci di uova contenenti vernice nera e polemiche, il corteo si è poi diretto verso la stazione di Porta Nuova, dove sono stati occupati i binari per qualche minuto, poi la manifestazione si è conclusa. Nella città di Torino non vi è stata alcuna festa, dunque, solamente dissenso, radicato anche all'interno del Pd. I volontari del servizio d'ordine del partito, infatti, si sono rifiutati di scortare le autorità ed i dirigenti, ma hanno rivolto le loro attenzioni verso i cittadini.
(Foto da repubblica.it)
Alessia Malachiti