Tirreno Power, sequestrata la centrale a carbone
Cronaca Liguria

Tirreno Power, sequestrata la centrale a carbone

martedì 11 marzo, 2014

VADO LIGURE, 11 MARZO 2014 - Il gip di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta presentata nei giorni scorsi dalla Procura per il sequestro della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure.

Nell’ordinanza con cui è stato disposto il sequestro della centrale viene sottolineato che l’azienda ha avuto un «comportamento negligente» e che «i dati sulle emissioni provenienti dalle centraline sono inattendibili». Secondo il giudice «le indicazioni dell’Aia non sono state rispettate».

La centrale è una ex genco Enel, controllata al 50% dai francesi di Gdf-Suez e partecipata al 39% da Sorgenia e col 5,5% a testa da Iren ed Hera.

In seguito ad accertamenti da parte del Ministero dell’Ambiente e della Procura è emersa l’assenza del «sistema di monitoraggio a camino», che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 14 settembre del 2013, e il mancato rispetto dell’uso di olio combustibile contenente zolfo allo 0,3% (quello utilizzato dalla centrale ne contiene l’1%).[MORE]

La Tirreno Power risulta indagata per disastro ambientale e per omicidio colposo. Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale avrebbero causato oltre 400 morti tra il 2000 e il 2007. Inoltre per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato «tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012».

L’azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle «criticità». «Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall’assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità» tra morti, malattie ed emissioni. Secondo l’azienda, nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti.

Paolo Massari


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