Tibet, continua l'immolazione di monaci tibetani contro il dominio cinese
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ROMA, 19 OTTOBRE 2011 – Ha marciato avvolta dalle fiamme per circa otto minuti, cantando e urlando slogan anticinesi e sul ritorno del Dalai Lama. È Tenzin Wangmo, 20 anni, monaca buddista tibetana che ieri si è immolata per protestare contro l’occupazione cinese.[MORE]
Prima di lei altri otto monaci si erano dati fuoco per protesta quest’anno nel Sichuan. Lei è la prima donna e proviene dal convento buddista di Mamae Dechen Choekhorling, a Ngaba, nel Sichuan, provincia cinese confinante con il Tibet e abitata da molti cittadini di etnia tibetana.
La serie di suicidi è partita il 16 marzo da Lobsang Phuntsok che si è dato fuoco per richiamare l’attenzione del mondo sul dramma irrisolto del suo popolo oppresso. Dopo di lui, questo gesto è diventato un modo dei bonzi tibetani per testimoniare la situazione di impotenza in cui versa il movimento nazionalista tibetano nella Cina comunista.
Amnesty International si è rivolta al governo cinese chiedendo di porre fine alle varie pratiche repressive e di rispettare il diritto dei tibetani alla pratica della loro religione e cultura. Secondo il Dalai Lama in Tibet sta avvenendo un genocidio culturale non preso in considerazione dal mondo occidentale.
In risposta il governo cinese ha invece inviato oltre 20.000 agenti nella zona per 'rieducazione', distribuendo bandiere e immagini dei leader cinesi.
Marika Di Cristina