ThyssenKrupp Torino: nessuna (con)FUSIONE, difendere il posto di lavoro!
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Riceviamo e pubblichiamo Lettera a InfoOggi
Torino 6 giugno 2012 - In questi giorni a Terni si fanno sempre più allarmanti le preoccupazioni dei sindacati per quanto riguarda la decisione che la Commissione Antitrust della Commissione Europea dovrà prendere in merito alla fusione tra Inoxum e la finlandese Outokumpu, in vista dell’incontro - previsto lunedì prossimo - con l’amministratore delegato di TK-Ast M. Pucci, condannato in primo grado a 13 anni e 6 mesi nel processo per la strage di Torino del dicembre 2007 in cui hanno perso la vita 7 nostri compagni di lavoro.
Appare ormai palese la volontà da parte del colosso tedesco dell’acciaio di delocalizzare al più presto la produzione, dopo l’incidente di Torino, che ha fortemente compromesso l’immagine dell’azienda nel nostro Paese. Un piano avviato sin dal 2005 che prevedeva: la chiusura del sito torinese, la cui produzione di inox andava a vantaggio (momentaneo, visti i risultati) del sito ternano, poi rimandato per l’incendio di Krefeld (che distrusse completamente 2 linee produttive senza che vi fosse alcun ferito), che dirottò inaspettatamente a Torino la produzione momentaneamente persa in attesa della ricostruzione degli impianti.
Come lavoratori non possiamo che prendere le difese dei lavoratori ternani e di tutto quel tessuto produttivo strettamente legato, a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza in questo delicato momento, nonostante l’azienda abbia sempre lavorato per tenere ben separati i due stabilimenti, ennesima dimostrazione di quanto i padroni, per quanto vogliano apparire rassicuranti, partecipi alle sorti della città e dei lavoratori, dietro le quinte lavorano per perseguire il loro vero obiettivo, il profitto.
Ci rivolgiamo quindi a tutti i lavoratori ternani e dell’indotto, rsu e ai sindacalisti più combattivi, ai singoli cittadini, affinché spingano i vertici sindacali a prendere posizioni forti e battagliare contro qualsiasi misura che leda gli interessi dei lavoratori. Cosa che peraltro i lavoratori dell’acciaieria di Terni hanno già fatto con grande forza e determinazione in passato, a difesa del posto di lavoro. E’ necessario vigilare sulle scelte del gruppo e agire con risolutezza, senza farsi prendere in giro dai “pompieri di turno” (imparare dagli errori altrui: a Torino i sindacalisti che inducevano alla calma e alla ragione contro le misure più “energiche” prospettate dai lavoratori, erano quelli con il posto di lavoro già in caldo assicurato dalla TK) e, quando necessario, adottare misure che sono “illegali” (del resto Governo e Istituzioni non esitano a rompere la legalità quando devono difendere i loro interessi di cricca), ma del tutto legittime, come l’occupazione dello stabilimento.
La fabbrica appartiene ai lavoratori ternani che all’interno di esso hanno speso, in oltre un secolo di attività, lacrime, sudore e sangue!
Del resto i nomi Thyssen e Krupp non sono nuovi ad atrocità perpetrate nei confronti dei lavoratori: la costruzione dei cannoni (Alfred Krupp) che hanno fatto scempio di milioni di lavoratori nelle due guerre mondiali, il decisivo finanziamento all’ascesa del nazismo (Fritz Thyssen) in chiave antioperaia, sostenuti da altri lungimiranti “magnati” dell’industria tedesca (Bosch, Siemens, Bayer. Per letture più ampie ed argomentate rimandiamo alla lettura de L’(ir)resistibile ascesa di Hitler di K. Gossweiler, Zambon editore) e infine la strage di Torino del 2007, senza dimenticare i 3 lavoratori morti a Terni dal 2008 a oggi.[MORE]
Contro l’arroganza dei padroni contrapporre solidarietà e organizzazione di classe, contro la sfiducia che questo sistema sostiene e promuove in ogni forma e ad ogni livello opporre fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità, nella mobilitazione e nel coordinamento tra gli organismi che già oggi si battono contro la deriva in cui ci trascina il capitalismo in declino e per questo sempre più brutale, per la costruzione di una società realmente democratica, ossia che metta al centro gli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie (la maggior parte della popolazione).
La difesa, con ogni mezzo, del posto di lavoro, utile e dignitoso per tutti: la sola soluzione possibile (e necessaria) per uscire dalla crisi.
Solidarietà agli operai di Terni e alle loro famiglie!
La strage di Torino insegni: agire prima che sia troppo tardi!