The Witch, 5 ragioni per vedere l'horror di Robert Eggers
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Acclamato al Sundance, The Witch di Robert Eggers era annunciato a gennaio come uno degli horror meglio riusciti degli ultimi anni, ma è uscito solo in estate, tempo di bagnanti più che di spettatori. Ecco perchè il suo bagno di sangue riesce a stregare.
Che iella per i produttori del sequel di The Blair Witch Project: a poche settimane dall’uscita di Blair Witch, che cercherà di rinverdire i fasti di una horror-saga fortunatissima alla prima apparizione ma pressoché insignificante in seguito, è arrivato nelle sale italiane The Witch, che per molti anni farà probabilmente impallidire ogni omologo del filone delle streghe. Ecco: senza grosso battage pubblicitario, affacciandosi in sala nel complicato periodo estivo, tra spettatori assenteisti ed accalorati, il film d’esordio di Robert Eggers si fa apprezzare come gemma nera, pur rifiutando l’andamento brillante in stile "horror da sala" (basti dare un’occhiata in calendario ai recenti e più commerciali The Conjuring – Il caso Enfield e Lights Out – Terrore nel buio). Con una strategia senza compromessi, il film riesce ad incidere sotto pelle, senza concedersi allo spettacolo, ma puntando efficacemente ad una paura più profonda e meno effimera. Ecco cinque ragioni per vederlo.
1. UN FOLK HORROR. Una famiglia puritana – ma forse non pura – nel New England del XVII secolo viene espulsa dalla comunità dei coloni e cerca fortuna ai margini della boscaglia. Simile spunto sembrerebbe un autogol: mattone in costume? Invece, il contesto si rivela una delle scelte cruciali dell’opera: rispetto alla dimensione puramente immaginifica dei “mostri” moderni, l’ambientazione contribuisce a materializzare le paure attingendo a credenze storicamente condivise, rendendo l’invenzione più verosimile. La famiglia crede profondamente al male… e il male, puntualmente, arriva. Incubo ancestrale. [MORE]
2. INTO THE DARK. Vestiti scuri, lumi di candela, corridoi neri tra gli alberi, il grigiore gelido di stagione: l’atmosfera lugubre del film evoca prima di tutto un umore, un’inquietudine diffusa. Non c’è bisogno dell’effetto speciale in tanto effetto glaciale. Applausi, dunque, per la fotografia stregata di Jarin Blaschke.
3. EFFETTO SHINING. Famiglia isolata, presenze malefiche, qualcuno sclera: non vi ricorda qualcosa? Kubrickiana, di là di facili convergenze di soggetto, sarebbero anche la rigida austerità, lo scavo psicologico snervante… e persino una sinistra coppia di gemelli.
4. IL SESSO TIRA SEMPRE. Tanto più per il bigottismo soffocante, che infarcisce lo sviluppo di litanie e penitenze, l’elemento sessuale non manca di aggiungere quel tocco deviato che rende più penetrante la morbosità del racconto. La giovanissima Anya-Taylor Joy tra innocenza prepubescente e femminilità tentatrice è una potenziale strega in erba, mentre una scena di pseudo-possessione (una preghiera fatta in maniera un po’ troppo conturbante) è degna di una capriccio nero di Goya.
5. PER COLPA DI CHI? Sotto sotto, The Witch non riesce potente solo grazie alla propria capacità d’indagine psicologica, bensì per il fatto… di essere una vera e propria indagine. Naturalmente, non si tratta di una compiaciuta caccia ai colpevoli, quanto di una logorante girandola di sospetti, in cui si ha spesso la sensazione che siano gli uomini a creare i loro demoni e condannarsi al peccato. Quando con timing perfetto si consuma l’apocalissi finale, la dannazione risulta dannatamente convincente.
DATA USCITA: 18 agosto 2016
GENERE: Horror
REGIA: Robert Eggers
CAST: Anya Taylor-Joy, Ralph Ineson, Kate Dickie, Harvey Scrimshaw, Ellie Grainger, Lucas Dawson
SCENEGGIATURA: Robert Eggers
MONTAGGIO: Louise Ford
MUSICHE: Mark Korven
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: USA
DURATA: 90 Min
(in alto: dettaglio immagine promozionale del film; all'interno: immagini dal film)
Antonio Maiorino