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THAILANDIA, 6 LUGLIO - Un sommozzatore thailandese impegnato nelle operazioni di salvataggio dei dodici ragazzi intrappolati nella grotta di Tham Luang è morto per mancanza di ossigeno. L’uomo, un ex militare di 38 anni, ha perso conoscenza sulla via del ritorno, e i tentativi di rianimarlo sono falliti. L’annuncio è arrivato dal portavoce delle operazioni di soccorso, mentre salgono a sedici i giorni trascorsi nella grotta, isolati e nella semioscurità, dai dodici giovani calciatori insieme alloro allenatore. [MORE]
In Thailandia, la morte del subacqueo ha già sollevato seri dubbi sulla sicurezza del tentativo di portare fuori tutti attraverso i passaggi angusti della caverna, profonda e in alcuni tratti anche coperta d’acqua, attraverso un percorso lungo oltre due chilometri. Ma il comandante della marina thailandese, che coordina le operazioni, ha detto che i soccorritori potrebbero avere poca scelta, considerato l’arrivo del monsone e il fatto che, appunto, nella grotta si stia riducendo l’ossigeno.
Il soccorritore che ha perso la vita si chiamava Saman Kunan, era un Navy Seal congedatosi da poco per lavorare come addetto alla sicurezza all’aeroporto di Bangkok. Si era unito ai soccorsi nella grotta come volontario e contribuiva alla fornitura di bombole di ossigeno per i ragazzi e i soccorritori. Il suo corpo è già stato trasportato all’esterno della grotta. L’uomo ha perso conoscenza per la mancanza di ossigeno sulla via del ritorno alla caverna che fa da base intermedia prima del tratto finale per raggiungere i ragazzi, lungo 1,7 chilometri. Per tale distanza, ogni soccorritore deve utilizzare tre bombole di ossigeno.
Claudio Canzone
Fonte foto: giornalettismo.com