Terzigno: è guerra
Cronaca Lazio Roma

Terzigno: è guerra

giovedì 21 ottobre, 2010

Degenera sempre di più la situazione a Terzigno. Il paese campano sembra in stato di guerra. I poliziotti sono ripetutamente battuti dai sassi lanciati per colpire i mezzi che trasportano i rifiuti da sversare nella discarica. Esplodono petardi al passaggio dei camion che però scortati dagli agenti che caricano la folla e lanciano lacrimogeni, riescono a passare. Alcuni cittadini bruciano il tricolore. Una mattina veramente caratterizzata dalla tensione, specie dopo i fatti di Boscoreale, che in questo momento è controllata dagli elicotteri, come tutta la zona.[MORE]

La gestione dei rifiuti è ormai un vero e proprio problema di ordine pubblico che investe anche il Governo. Stamattina, mentre i manifestanti anti-discarica minacciavano i commercianti di abbassare le saracinesche, obbligandoli con la forza a partecipare alla loro protesta contro l’apertura della seconda discarica a Terzigno, il presidente Berlusconi ha incontrato, a Palazzo Grazioli, il sindaco di Terzigno.

Gennaro Langella, primo cittadino di Boscoreale, che oggi ha mediato tra cittadini insorti e forze di polizia, garantisce lotta democratica contro l’apertura dell’ennesima discarica a Cava Vitiello e lamenta le mancate promesse del premier minacciando di lasciare il Pdl.

Quello che terrorizza la popolazione ed anche gli amministratori locali è l’ombra della camorra. Dietro l’apertura della discarica si muoverebbe la piovra della criminalità organizzata: “Con l'annuncio della apertura della seconda discarica a Terzigno ha vinto la camorra” spiega Langella durante un discorso rivolto alla folla “Chi sono i camorristi? Noi o chi vuole l'apertura di questa discarica? Vi rendete conto di quali e quanti interessi, somme enormi di denaro, ruoteranno attorno a questa discarica?”.

Intanto Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, chiede al Governo di “rispettare gli impegni presi sul fronte degli interventi di compensazione a favore del territorio”, e ricorda che anche la Regione è pronta ad assumersi le sue responsabilità.


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