Terza domenica di Avvento: Giovanni non dice che Cristo è uno uguale a Lui
Parola e Fede Lazio

Terza domenica di Avvento: Giovanni non dice che Cristo è uno uguale a Lui

sabato 16 dicembre, 2017

Vangelo della domenica
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. [MORE]

«Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.(Gv 1,6-8;19-28)


Pensiero: Penso che oggi occorrerebbe un altro Giovanni il Battista che venga e dica alla Chiesa, al nuovo popolo di Dio, chi è Cristo Gesù. Giovanni è chiaro: dice ciò che non è Cristo e ciò che Cristo è. Noi, spesso oggi confessiamo che tutti sono uguali, tutti sono sullo stesso piano. A mio avviso dico, senza timore di essere smentito che un uomo è uomo e Dio è Dio. Giovanni è uomo, Cristo è il Figlio di Dio. Altri fondatori di religioni dicono che bisogna eliminare la sofferenza, Cristo ha portato con se la sofferenza sulla croce. Tutti gli altri sono morti, Cristo è risorto. Giovanni il Battista non è Elia, non è il Profeta, non è il Cristo. Lui è solo voce di uno che grida nel deserto, chiamando tutti a preparare la via del cuore e della mente per poter così accogliere il Cristo di Dio ormai in mezzo a loro. Il suo battesimo è un po’ d’acqua che dice il desiderio di cambiare vita. Il battesimo di Cristo è olio che consacra e fuoco che distrugge il peccato.

Allora, preparare il Natale è qualcosa di molto serio. Noi lo abbiamo ridotto ad adorare un albero rivestito di sfere e luci. Lo possiamo guardare all’infinito quell’albero: poveri eravamo e poveri restiamo, vuoti eravamo e vuoti restiamo. Nel presepe invece, c’è il Cristo fatto uomo che ci insegna a diventare uomini nuovi.
Il Natale è cosa seria e seriamente va preparato. Gesù viene. Va accolto nel cuore e nella mente. Se il cuore è pieno di impurità, inimicizie, discordia, gelosia e ogni sorta di peccato mai Cristo Signore potrà essere accolto in esso. Il Signore che viene è l’assenza assoluta di ogni male. Lui è purissima luce di verità e amore. Chi vuole che Lui entri nel suo cuore, deve mettere ogni impegno a renderlo puro. È questa la via diritta che si deve costruire.

È un lavoro che inizia, ma che mai finisce. Il male è in tutto simile alle erbacce in un campo. Più il campo viene purificato e più sempre le erbacce tentano di occuparlo nuovamente.

Mancano pochi giorni al Natale. Cosa ti consiglio? Preoccupati di fare una santa confessione e un proposito fermo e deciso di una nuova vita, con Cristo, per Cristo e in Cristo.

Don Francesco Cristofaro

 


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