Terremotati L'Aquila a Roma: momenti di tensione [video-foto]
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ROMA - Quarantacinque pullman e quasi cinquemila persone sono arrivatie stamattina dall’Aquila, a Piazza Venezia per dirigersi verso il Parlamento. Il sindaco della città, Massimo Cialente, ha spiegato il motivo di questa protesta: dal primo luglio la popolazione ha ricominciato a pagare le tasse. La mancata proroga dell’esenzione ha creato non poche preoccupazioni e, di contro, non pochi malumori. Due camionette blindate dei carabinieri hanno chiuso l’accesso a Via del Corso; un gruppetto, di un centinaio di persone, ha però cercato di superare lo sbarramento facendo scattare tumulti tra forze dell'ordine e manifestanti. Nonostante ciò nessuno è riuscito a superare la barriera di militari, schierati in assetto antisommossa.
Il sindaco dell’Aquila è riuscito a convincere i manifestanti ad arretrare, mentre la gente continuava ad urlare il nome della città rivendicando i propri diritti. La polizia ha rinforzato lo sbarramento. Tre manifestanti sono stati feriti, uno dei quali in maglietta gialla, insnguinato è corso via urlando: "Guarda com'è il sangue aquilano". Il ragazzo ha raccontato di essere stato colpito dalle forze dell'ordine a manganellate e dichiara: "La mia unica colpa è essere un terremotato." Anche il sindaco dell'Aquila è stato ferito, in seguito a spintoni, riportando una contusione ad una caviglia.[MORE]
Il senatore Di Pietro ha cercato di riportare la calma tra i manifestanti, dichiarando che ‘"a rivolta sociale è alle porte". Intorno le 14.00 i manifestanti si sono recati sotto le finestre di Palazzo Grazioli per far sentire la propria voce al Premier Silvio Berlusconi ma sono stati immediatamente bloccati dalle forze dell’ordine. Dopo venti minuti di protesta hanno fatto ritorno a Piazza Venezia passando per Via del Corso, zona toccata anche durante la marcia verso Palazzo Grazioli.
Alle 16.00 il sindaco Cialente, fa sapere che il Governo sta valutando la proposta degli aquilani. L’opposizione auspica la restituzione del 40% delle tasse in 10 anni, a partire da gennario 2011. Il Governo potrebbe dunque inserire un emendamento improvvisato. La proposta è stata avanzata dallo stesso sindaco che ha conferito con la senatrice del Pd, Anna Finocchiaro. Quest’ultima ha telefonato a Gasparri che ha presentato la proposta al presidente del Consiglio. Un Cialente claudicante si propone agli occhi di tutti: sembra che il Sindaco dell’Aquila non abbia ricevuto vere e proprie manganellate, ma spinte e forse un pestaggio e dichiara: “Un anno fa non mi sarei mai immaginato di venire a Roma ed essere preso a botte.” Cialente era intervenuto durante gli scontri per sedare gli animi dei manifestanti ma è rimasto coinvolto in prima persona nei tafferugli. Maroni intanto si è recato ad una riunione al Viminale sugli incidenti avvenuti all’interno del corteo aquilano e ha spiegato di non essere a conoscenza di tutti i fatti e di essere in attesa di verificarli personalmente. Ha poi espresso la sua vicinanza ai manifestanti, almeno a quelli pacifici, e di voler andare a fondo in questa faccenda per capire di chi siano, e da che parte, le responsabilità delle violenze. Intorno alle 16.30 un uomo è stato soccorso dai sanitari del 118 per un malore dovuto al caldo e sembra che le condizioni siano gravi.
Intanto Frattini dichiara che il Ministro Tremonti sta valutando, insieme alla Finocchiaro, una possibile soluzione per L’Aquila. In seguito il ministro degli Esteri Frattini ha lasciato il vertice a Palazzo Grazioli. Una bandiera dell’Aquila è stata issata sul pennone del Senato ad opera del senatore di Italia dei Valori Stefano Pedica. Pochi minuti dopo la bandiera è stata rimossa, atto simbolico che ha ricevuto numerosi fischi da parte dei manifestanti.
Intorno alle 16:50 la situazione sembra placarsi a Piazza Navona anche se i manifestanti continuano a tenere il presidio. Il deputato del Pd, Enrico Gasbarra, fa sapere in una nota: “Con coraggio e corenza il segretario Bersani e il Pd erano al fianco dei cittadini dell’Aquila, a persone che soffrono da mesi e che sono state deluse dal Governo, mentre Berlusconi ha scelto di rimanere nella ‘torre dorata’ e di non affrontare una situazione intollerabile. Il grido d’allarme e di dolore di migliaia di terremotati ha trovato chiuse le porte di questa ‘torre’, a dimostrazione del fallimento della politica degli spot.” Intanto è polemica tra i manifestanti e la troupe del Tg1, presente a Piazza Navona, chr hanno rimproverato una giornalista di mancata informazione su quanto è accaduto fino ad oggi alla popolazione terremotata. Mezz’ora dopo ecco la dichiarazione di Giorgio Stracquadanio, parlamentare del Pdl, che dichiara che la popolazione aquilana è incontentabile. Lolli replica che i cittadini dell’Aquila esercitano legittimamente il diritto di manifestare.
Poco prima delle 17.30 i manifestanti, senza altri incidenti, dopo aver protestato per la mancata proroga delle esenzioni fiscali, hanno iniziato a recarsi verso i pullman per fare ritorno all’Aquila. Restano in piazza solo pochi gruppi di manifestanti.
Il deputato Scelli del Pdl difende il Premier a spada tratta: “Difendo senza mezzi termini l'operato del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che sulla tragedia del terremoto dell'Aquila ha dato carta bianca a tutti coloro che sono stati chiamati a operare ai vari livelli allo scopo di risolvere tutti i problemi del capoluogo abruzzese e delle zone colpite dal sisma. Offendere le persone non è la maniera migliore per affrontare i problemi". I manifestanti hanno replicato al deputato gridando: "Vai a cena da Bertolaso", "Fuori la mafia dallo Stato" e "Servo".
Frattini dichiara: “Francamente si sentivano solo un po’ di fischietti, niente di più.” Risponde così il ministro degli Esteri alla domanda se i ministri riuniti a Palazzo Grazioli si fossero accorti della protesta in via del Plebiscito. Di Pietro incalza: “Le dichiarazioni del ministro Frattini sono gravi. Hanno la stessa valenza delle risate di quegli imprenditori che subito dopo il terremoto dell'Aquila erano già pronti a speculare. Il ministro rispetti la disperazione del popolo aquilano che fino a oggi ha assistito ai soliti spot di governo, subendo l'umiliazione di promesse non mantenute".
VIDEO: Giuseppe Corasaniti
FOTO: Maurizio Fasano