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Tentata estorsione a Caulonia: imprenditore

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Tentata estorsione a Caulonia: imprenditore
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Tentata estorsione a Caulonia: imprenditore che restaurava una chiesa nel mirino della ‘ndrangheta

Due persone fermate dalla Dda di Reggio Calabria, chiesti 20mila euro come “contributo”

Grave episodio di tentata estorsione a Caulonia, nel cuore della Locride. Un imprenditore impegnato nei lavori di restauro di una chiesa è stato avvicinato da due soggetti che gli avrebbero chiesto un “contributo” di 20mila euro, presentato come un aiuto “per la gente che ha bisogno”. Dietro a quella frase, secondo gli investigatori, si celava un chiaro riferimento alla ‘ndrangheta locale.

Le indagini della Squadra Mobile e il ruolo della Dda

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e dal procuratore Giuseppe Borrelli, hanno portato all’emissione di un provvedimento di fermo. La Squadra Mobile ha ricostruito le pressioni subite dall’imprenditore e dai suoi operai, confermando che il tentativo di estorsione era aggravato dal metodo mafioso.

Secondo quanto accertato, già dal 3 settembre i due indagati si erano presentati al cantiere per incontrare il titolare, insistendo ripetutamente anche con gli operai fino al 22 settembre. Quel giorno, il furgone con a bordo le maestranze fu fermato per strada e venne ribadita la richiesta urgente di un incontro con l’imprenditore.

La richiesta: 20mila euro per “un paio di famiglie”

Il giorno seguente, nel cantiere, i due avrebbero accusato l’imprenditore di aver avviato i lavori “senza aver bussato da nessuna parte”, ossia senza prima accordarsi con la criminalità organizzata. Da qui la pretesa di una somma di 20mila euro, calcolata come una sorta di “sconto” rispetto alla percentuale che normalmente – secondo la logica mafiosa – si aggira intorno al 4-5% del valore dell’appalto (circa 800mila euro).

Di fronte a queste richieste, l’imprenditore ha avuto la forza di denunciare tutto alla Polizia, consentendo così agli inquirenti di raccogliere elementi e procedere con i fermi.

La risposta dello Stato

Il provvedimento, eseguito dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, ha portato i due sospettati in carcere, in attesa della convalida da parte del Gip e della successiva ordinanza di custodia cautelare.

Questo episodio conferma quanto sia ancora forte la pressione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici e privati in Calabria. Al tempo stesso, la denuncia dell’imprenditore e l’intervento immediato delle autorità dimostrano che lo Stato è presente e pronto a reagire.

Presunzione di innocenza

È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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