Tennis, anche Wimbledon si inchina al nuovo numero 1 del mondo
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LONDRA, 4 LUGLIO 2011 - Il primato nella classifica Atp se l’era guadagnato già con l’accesso alla finale, ma evidentemente al nuovo Djokovic, quello insaziabile, quasi cannibale del 2011, non bastava questo risultato, per quanto già di per sé prestigioso.
Scalzare dal trono il duopolio Nadal-Federer, che durava ininterrotto da ben sette anni, non è stata impresa facile per il serbo, che probabilmente, proprio per reggere le fatiche di un’estenuante rincorsa, si è visto costretto ad innalzare notevolmente l’asticella del suo livello di gioco.[MORE]
Una crescita evidente, tecnica ma soprattutto mentale, che l’ha condotto ad aggiudicarsi nel 2011 48 incontri su 49 disputati, per un totale di 8 trofei vinti, fra cui 2 slam.
In pratica una macchina, che solo Roger Federer è riuscito a fermare, nella semifinale del Roland Garros: lo svizzero sembra essere l’unico ad avere le doti tecniche per scalfire le sicurezze acquisite sul campo da Nole; tuttavia Federer non è più affamato come qualche anno fa e il fatto che abbia vinto già tutto lo rende oggi un tennista dai mille letarghi e da qualche sporadico, seppur sempre luminosissimo, risveglio.
Chi invece è sempre apparso inerme nei confronti del serbo è Rafa Nadal, che, solo quest’anno, ha incrociato la sua racchetta con quella di Djokovic in 5 finali: neanche a dirlo, tutte perse dallo spagnolo, l’ultima sconfitta quella bruciante rimediata sul centrale di Londra.
Sì perché chi aveva ipotizzato un Djokovic già appagato dal primo posto nel ranking mondiale (proprio ai danni di Nadal) ha dovuto ricredersi: il suo successo finale non è mai stato seriamente in discussione, durante tutto l’incontro.
Un forzato equilibrio ha retto fino al 4-4 del primo set, cioè fino a quando lo spagnolo è riuscito a mantenere una percentuale altissima di prime palle.
Appena è calato un attimo questo dato, il serbo ne ha approfittato per annichilire l’avversario, che nel giro di poco più di un’ora si è trovato nettamente sotto di 2 set: la superiorità espressa da Nole nel secondo è stata addirittura imbarazzante.
Molto più incisivo e profondo il gioco di Novak, che ha comandato sempre lo scambio da fondocampo, costringendo lo spagnolo a rincorrere la palla da un lato all’altro del campo e a forzare spesso e male per uscire dall’angolo.
Il terzo set è servito a Djokovic per rifiatare: il 6-1 rapidissimo a favore di Nadal non deve ingannare.
È ancora una volta il serbo infatti a gestire il proprio destino, tornando a giocare bene nel quarto set che, dopo un iniziale rodaggio con break e contro break, riesce a condurre comodamente in porto.
Punteggio finale: 6-4, 6-1, 1-6, 6-3
Nole può infine sfoggiare il suo sorriso più sincero e brillante, mentre più indietro, sullo sfondo a cui l’ha rilegato l’avversario, Nadal appare accigliato, rabbuiato dalla consapevolezza che c’è una nuova lepre nel circuito e sfortuna vuole che sia proprio la sua bestia nera.
Maurizio Grimaldi