Teatro del Simposio con "La città degli specchi - Linguaggi creativi", dal 7 febbraio
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MILANO, 05 FEBBRAIO 2014 - Prima produzione a 360 gradi ( Testo, regia, interpretazione e organizzazione)del Teatro del Simposio, gruppo milanese di sperimentazione artistica, debutta da venerdì 7 a domenica 9 febbraio a Linguaggi creativi un monologo malinconico e suggestivo per raccontare chi siamo e chi eravamo, sullo sfondo di una città che ci rispecchia molto più di quanto immaginiamo.
Il punto di partenza è il 1987. A Milano. Un anno e un luogo, simboli del benessere per tutti, che diventano punto di partenza per raccontare una storia delicata di sentimenti altalenanti per comprendere da dove è cominciato tutto “questo apparente star bene”.
Spunto drammaturgico di Antonello Antinolfi è stato il ricordo di un episodio realmente accaduto a Milano proprio sul finire degli anni ottanta: la città mise a disposizione dei milanesi gratuitamente per un mese cinquecento biciclette gialle ma dopo pochi giorni le biciclette erano tutte state rubate. La coscienza civile di Milano si dimostrava inesistente.
Protagonista un uomo, interpretato da Francesco Leschiera, che sullo sfondo di una quasi invisibile Milano, è alla ricerca della sua storia, inseguendo un passato o le sue possibili alternative, una bicicletta gialle e le sue eventuali implicazioni.
Ed è così che raccattando notizie, previsioni del tempo, poesie, pezzi di storie che gli arrivano da non precisati luoghi della memoria, come tracce di una ipotetica caccia al tesoro, ci racconta anche un’altra storia che ci riguarda perché in fondo ci coinvolge.
Note di regia
L’idea prende spunto da un episodio accaduto sul finire degli anni ’80 a Milano.
Un progetto chiamato «Due ruote è bello», prevedeva che 500 biciclette gialle fossero messe a disposizione dei cittadini, per un mese, gratuitamente. Il progetto partì in pompa magna, in diretta televisiva. Ma il “senso civico” dei milanesi non funzionò nel modo giusto. Nel giro di ventiquattro ore scomparve il 50 per cento delle bici. Pochi giorni dopo tutte le bici erano completamente scomparse. Una metafora per raccontare l’inizio di una decadenza che tutt’oggi si ripercuote nella vita delle persone.
Si assisteva, ignari, ad un momento storico in cui proprio quel benessere artificiale e rassicurante sarebbe stato smascherato, di lì a poco, dal crollo di un intero sistema.
Notizia segnalata da Maddalena Peluso [MORE]