Tav: Di Maio e Conte pensano allo stop, ma Salvini nega

Velia Alvich
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ROMA, 27 LUGLIO – Da Palazzo Chigi cominciano a sorgere i primi dubbi sul proseguimento della Tav. Il premier Giuseppe Conte, dopo avere analizzato a lungo il dossier sul caso, sembra intenzionato a fermare i lavori per l’alta velocità che a lungo sono stati motivi di scontro. La decisione è frutto di una lunga e proficua pressione del M5S, che ha fatto dello stop alle grandi opere un punto fondamentale della propria campagna elettorale. [MORE]

I penta stellati hanno dovuto affrontare un’ondata di indignazione quando il Ministro dei Trasporti Toninelli ha accennato a un miglioramento della Tav, piuttosto che alla sua definitiva chiusura. Allo stesso modo è stata contestata la leccese Ministra del Sud Barbara Lezzi, la quale a lungo ha sostenuto la chiusura delle opere per la Tap ma alla quale non si giungerà: la costruzione del gasdotto, infatti, è vincolata da trattati internazionali impossibili da sciogliere, sui quali si può negoziare su pochissimi punti quali, al massimo, il punto di approdo, come ben sa il premier che ha ragionato a lungo sulle difficoltà legali del caso. Al contrario, i trattati che regolano la costruzione dell’alta velocità fra Torino e Lione sono più flessibili e regolati da un accordo con la Francia che è stato ratificato dal Parlamento. Con una legge e un voto parlamentare sarebbe possibile stracciare questo rapporto fra i due paesi. La possibilità di interrompere la costruzione della Tav potrebbe essere un modo per indorare la pillola della Tap e non perdere il largo consenso che il Movimento ha costruito sull’opposizione alle grandi opere.

Ma l’interruzione dei rapporti con la Francia e della costruzione della Tav porterebbe a gravi penali che inciderebbero pesantemente sui conti pubblici italiani. È l’opposizione a ricordarlo: “2 miliardi di euro di penali, il blocco dei finanziamenti Ue, 4 mila posti di lavoro a rischio. La follia del governo di bloccare la Torino-Lione la pagherà un paese intero”, è questa l’affermazione del segretario del Pd Maurizio Martina.
Anche il Ministro degli Interni si oppone alla paventata decisione grillina e del Presidente del Consiglio di interrompere la costruzione della Tav. “L’opera serve e se per caso da un’analisi attualizzata del 2018 non serve, cosa di più bloccarla che non proseguirla? Questo è il ragionamento che varrà su tutto, analisi costi-benefici, la Tav, la Tap, la Pedemontana, Terzo Valico… Questo c’è scritto e questo faremo. C’è l’analisi costi-benefici, non è che faccio pagare agli italiani miliardi”, ha affermato il Ministro Salvini ai microfoni di Mattino24, aggiungendo che “la polizia continuerà ad arrestare chi lancia sassi contro i lavoratori”.

[Foto: La Stampa]

Velia Alvich

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Scritto da Velia Alvich

Giornalista di InfoOggi

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