TAV: determinazione ad andare avanti, forse inutilmente
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Nell'incontro svoltosi ieri sera a Palazzo Chigi tra le figure istituzionali interessate al progetto Torino-Lione, è stata ribadita la forte determinazione a proseguire, tenuto conto degli impegni assunti a livello europeo, e dell'importanza strategica che l'opera ricopre nei collegamenti infrastrutturali a livello continentale.[MORE]
Erano presenti il Presidente del Piemonte, Cota, il Presidente della Provincia di Torino, Saitta, il Sindaco di Torino, Chiamparino, il Vice Prefetto di Torino, Di Pace, l'Amministratore delegato di Fs, Moretti, l'Amministratore delegato di Rfi, Elia e il Direttore generale di Ltf, Comastri.
“E' stato un incontro utile e necessario in preparazione del tavolo ufficiale che sarà convocato a breve” – ha detto Cota, e prosegue – “e' stata riaffermata la volontà unanime alla realizzazione di quest'opera fondamentale e strategica per lo sviluppo e il futuro del Piemonte”.
I primi cantieri alla Maddalena potrebbero aprire a maggio, facendo tornare in Italia quei 9 milioni di euro che l'Europa aveva trattenuto a dicembre a causa del mancato rispetto dei tempi sul progetto.
A questo, il Presidente della Regione Piemonte risponde – “è stato ribadito che verrà rispettato il crono-programma”.
Ma in tanti si chiedono se ne vale veramente la pena.
Da uno studio dell'Università Bicocca di Milano, preparato da Andrea Debernardi sulla base,anche, di fonti ufficiali della Confederazione svizzera (come ci rivela il Fatto Quotidiano del 10 febbraio scorso), si scopre che il traffico di merci tra Italia e Francia sta scomparendo, con una diminuzione costante dal 1997, quindi, non dovuta all'attuale crisi; solo quest'anno il calo sarebbe di enormi proporzioni, –46,2%.
Solo un anno fa, nove esperti: Andrea Boitani, Bruno Manghi, Luca Mercalli, Marco Ponti, Rémy Prud’Homme, Francesco Ramella, Pippo Ranci, Carlo Scarpa e Francesco Silva, si interrogavano sui possibili riscontri positivi dell'opera, arrivando alla conclusione che “gli studi disponibili mostrano che la ricaduta della Tav Torino-Lione sul sistema economico italiano ed in particolare piemontese sarebbe assai limitata. La linea Torino-Lione consentirebbe una riduzione dei tempi di spostamento di persone e merci (circa un’ora) verso la Francia, ma si tratta di una quota intorno all’1% dei movimenti che si effettuano in Piemonte e meno dello 0,1% su scala nazionale”.
In conclusione, Debernardi afferma che: “c'è il rischio che la Tav diventi una cattedrale nel deserto dei traffici”.