Tataouine, tra villaggi antichissimi e canyon stellari
In giro per il mondo Toscana

Tataouine, tra villaggi antichissimi e canyon stellari

domenica 1 giugno, 2014

TUNISIA, 1 GIUGNO 2014 - Tataouine è il "governatorato" tunisino più meridionale della nazione maghrebina. Fino a qualche tempo fa era fuori dalle rotte più "battute" dai viaggi turistici. La Tunisia ha attratto sinora, per lo più, un turismo poco diversificato. Vale a dire di tipo "balneare", non particolarmente incline a grandi approfondimenti di tutto ciò che vada troppo al di là delle battigie, delle gelaterie o al massimo dei bazar.

Eppure, tra le montagne al confine con il deserto sahariano di "tesori" tunisini da gustarsi ce ne sono, eccome. Le suggestioni degli antichi villaggi berberi scavati nella roccia già di per sè varrebbero una capatina da queste parti. Alcuni di questi villaggi sono addirittura di origine trogloditica e danno un'idea di come un tempo natura e uomo convivessero in maniera distante dalla conflittualità tipica dell'urbanistica dei giorni nostri.[MORE]

Le popolazioni berbere hanno abitato questi siti sino a pochi decenni fa. Poi, hanno optato per soluzioni più comode in linea con il miraggio degli standard della vicina Europa. Ora, però, questi villaggi stanno iniziando ad animarsi di una nuova vita, frutto del nuovo trend del viaggiare che assume i nomi di turismo responsabile o sostenibile. Chiamiamolo pure turismo, se vogliamo, ma si tratta di un tipo di viaggio che sa calarsi nelle realtà circostanti con uno spirito meno invasivo per territorio e popolazione locale, con rapporti più significativi tra quest'ultima e viaggiatori.

Chenini, Guermassa, Douiret sono solo alcuni dei nomi di località dell'area di Tataouine che offrono la possibilità di un viaggio nel tempo, all'indietro di centinaia d'anni, senza scomodare la fantascienza. Uno spettacolo nello spettacolo sono poi gli incredibili ksour (plurale di ksar). Si tratta di costruzioni dal sapore quasi onirico che costellano la zona. La loro funzione era quella di granai fortificati, formati da decine di cellette simil-alveare, di un color sabbia con sfumature ocra che li rende ancor più surreali.

Il clima sta cambiando, certo, ma non da adesso, se si pensa che un tempo in questa zona pre-desertica sorgevano floride coltivazioni di frumento. Da queste parti, operano da qualche anno (subito dopo la "rivoluzione di primavera" tunisina) alcuni volenterosi giovani tunisini, che cercano di rendere effettivo nella loro terra un turismo responsabile che sia gratificante per i visitatori e per l'economia locale, senza forzature e con appagamento delle esigenze di entrambi.

I giovani in questione hanno seguito un percorso formativo gestito e monitorato dalla nostra Università di Bologna. Un progetto titan...ico, tenuto conto del fatto che si partiva da zero o quasi per attuare certe cose. TITAN è infatti il nome di questo progetto di cooperazione. L'acronimo sta per Tataouine-Italia-Turismo-Agricoltura-Network.

Selma Mkdameni è ancora distante dal traguardo dei trent'anni, ma di obiettivi ne ha già raggiunti diversi, negli ultimi tempi. Selma è infatti una delle partecipanti al progetto transnazionale TITAN. Ora si è giunti alla fase di sturt-up imprenditoriale, che Selma & C. portano avanti con la loro associazione di viaggi sostenibili "Decouvrir Tataouine".

Proprio con l'ausilio di Selma ho avuto modo, insieme ad altri "viaggiatori responsabili" di scoprire - grazie a un suggestivo trekking - la regione di Tataouine nei suoi aspetti più intriganti e meno visibili, soggiornando, cenendo e pranzando spesso presso la popolazione locale. Quest'ultima talvolta ci ha fatto anche da esperta guida dei luoghi e delle attività quotidiane.

Il velo dell' hijab che copre i capelli della giovane imprenditrice tunisina e parte del suo volto, non le è di ostacolo nell'immedesimersi in culture diverse dalla sua, in parte intrisa di reminiscenze berbere e islamiche. Tollerante, "relativista" e con un discreto senso dell'umorismo, Selma è ben lontana dal volto più integralista dell'Islam che taluni nella nostra nazione associano automaticamente all'essere mussulmani.

" I miei amici pensano che sia stupida perchè per motivi di lavoro vado e vengo dall'Italia e non ne approfitto per rimanerci, ma non è una cosa che mi interessa, io voglio lavorare nel mio Paese". Proprio non riesce a comprendere come molti suoi connazionali, giovani e pieni di risorse, preferiscano l'abbrutimento della clandestinità in terra straniera alla creatività che sa generare opportunità lavorative nella propria patria.

Selma è ben determinata nel portare avanti le sue idee fatte di valorizzazione delle tradizioni locali, di recupero di siti archeologici fantastici e di coinvolgimento dei locali in attività di ospitalità turistica. Certo, " la legislazione turistica attuale sembra fatta su misura per favorire le grosse agenzie turistiche e penalizzare gli operatori minori". Selma sottolinea questo aspetto con una punta d'amarezza in un buon italiano. Ma è solo uno scoramento momentaneo. E infatti, riprende decisa e con ampia determinazione il filo positivo del proprio discorso " Ho chiesto appuntamento alla ministra del turismo per affrontare questo e altri aspetti".

A tre anni di distanza dalle "primavere arabe", la loro corrente di energia positiva, trainante, innovativa, sembra aleggiare nelle parole di Selma e dei ragazzi di "Dècouvrir Tataouine". Certo, per alcuni versi si tratta di una sfida "stellare". Ma non è un caso che proprio tra questi coreografici canyon, rupi e rocce il regista americano George Lucas abbia ambientato molte scene delle sue " Star Wars".

Raffaele Basile

foto di Raffaele Basile 


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
In giro per il mondo.