Svizzera, limiti per i lavoratori stranieri: il Canton Ticino vota "sì"
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BELLINZONA, 25 SETTEMBRE – Il Canton Ticino ha approvato il referendum denominato «Prima i nostri», promosso dal partito della destra nazionalista Udc e dalla Lega dei Ticinesi, contro i lavoratori stranieri. Il sì all’iniziativa che vuole dare la precedenza ai residenti nell’assegnazione dei posti di lavoro ha vinto con il 58% dei consensi. [MORE]
Il risultato del referendum - omogeneo in tutti i comuni del Ticino, con una punta del 60,4% a Lugano e viceversa appena il 51% a Bellinzona, città lontana dal confine italo-elvetico - evidenzia l’insofferenza dell’elettorato ticinese verso la crescente presenza di lavoratori provenienti dall’Italia (circa 62 mila) nel Cantone. I pendolari della Lombardia e del Piemonte che quotidianamente varcano il confine sono ritenuti responsabili del fenomeno di ribasso generalizzato dei salari.
Il testo chiede una modifica della Costituzione svizzera sul mercato del lavoro, affinchè «venga privilegiato, a pari qualifiche professionali, chi vive sul territorio».
Tuttavia la vittoria del «sì» non avrà conseguenze pratiche sul destino dei lavoratori italiani, in quanto in Svizzera le leggi in materia di lavoro sono di competenza del governo centrale di Berna, non dei Cantoni.
L’esito della votazione ha immediatamente scatenato le reazioni dei politici italiani. Lara Comi, eurodeputato al Parlamento Europeo di Forza Italia e vicepresidente del Partito Popolare Europeo, ha chiesto a Bruxelles di adottare immediatamente misure contro la Svizzera nel caso in cui dovessero verificarsi atti discriminatori nei confronti dei lavoratori italiani.
«Oggi in Svizzera stiamo assistendo ad un capolavoro di irresponsabilità – ha detto la Comi - Le forze politiche locali che hanno promosso e portato alla vittoria il referendum che declasserà i frontalieri italiani non sono consapevoli delle conseguenze che ora ci saranno proprio per i cittadini svizzeri. E' infatti inaccettabile il trattamento riservato oggi ai nostri connazionali: è ampiamente finito il tempo in cui gli italiani, come dopo la Seconda Guerra Mondiale in Belgio, erano considerati poco più che bestie da lavoro».
[foto: tgcom24.mediaset.it]
Antonella Sica