Svimez: «Il Sud è a rischio desertificazione». Napolitano: «Quadro inquietante»
Economia Lazio

Svimez: «Il Sud è a rischio desertificazione». Napolitano: «Quadro inquietante»

giovedì 17 ottobre, 2013

ROMA, 17 OTTOBRE 2013 – Sconfortante lo scenario della situazione emersa nell’ultimo rapporto Rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) 2013 sull' Economia del Mezzogiorno – presentato dal suo presidente Adriano Giannola - al punto tale da indurre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a definirlo «un quadro inquietante». Infatti, lo studio – presentato oggi a Roma – afferma che il Sud è a rischio desertificazione industriale, aggiungendo che – da cinque anni - i consumi ormai non crescono più, mentre la disoccupazione reale registrata supera il 28%.

CAUSA DESERTIFICAZIONE – In base agli studi effettuati, sono circa 2,7 milioni le persone che – negl’ultimi venti anni - hanno fatto le valigie e sono emigrati dal Sud. Ciò ha, inevitabilmente, determinato delle ripercussioni sul sistema produttivo, già alla base frammentato e sbilanciato verso produzioni di beni tradizionali. Così – sempre secondo il citato rapporto - dal 2007 al 2012, la produzione del manifatturiero al Sud si è contratto del 25%, l’occupazione del 24% e gli investimenti del 45%. Questo ha innescato una spirale negativa nei confronti dell’occupazione: «Nel 2011 si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord circa 114 mila abitanti. La regione più attrattiva per il Mezzogiorno resta la Lombardia, che ha accolto nel 2011 in media quasi un migrante su quattro, seguita dal Lazio. Ma tra la destinazioni finali c’è anche l’estero: nel 2011 i cittadini italiani trasferiti oltre il confine sono stati circa 50mila, 10mila in più rispetto al 2010 e in decisa crescita rispetto a dieci anni fa, quando erano 34mila».

LAVORO - Entrando nello specifico dei dati occupazionali, secondo quanto si legge nel rapporto Svimez : nel primo trimestre 2013 il Sud ha registrato una flessione di 166mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente, portandosi sotto la soglia dei 6 milioni. Come puntualizza il rapporto: «Non succedeva dal 1977». In particolare, nel 2012 il tasso di occupazione in età 15-64 è stato del 43,8% nel Mezzogiorno a fronte di un 63,8% nel Centro-Nord. Confermando quanto affermato anche da altri osservatori, allarmante è la condizione occupazionale dei giovani. Infatti, se nel 2012 il tasso di disoccupazione registrato ufficialmente è stato del 17%, quello degli under 35 si è portato fino a quota 28,5%.

DATI TERRITORIALI – Il sopraindicato rapporto ha evidenziato che il 40% delle famiglie residenti in Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata è poverissimo. Inoltre, è emerso che: «quasi il 50% delle famiglie meridionali è infatti monoreddito, con punte del 58% in Sicilia. Il 15% (con punte del 18,5% in Basilicata) ha un disoccupato in casa, il doppio del Centro-Nord (8%) e il 12% delle famiglie ha tre o più familiari a carico, il triplo del Centro-Nord (4%). In valori assoluti, nel 2012 790mila famiglie meridionali sono a rischio di povertà assoluta».

Tornando a Giorgio Napolitano: «L'opprimente carenza di opportunità di lavoro e di prospettive per il futuro», che suscita in molti giovani «sfiducia se non rinuncia o li spinge a cercare faticosamente fuori del mezzogiorno e dell'Italia occasioni di lavoro in cui investire le loro potenzialità. Per questo, è indispensabile e urgente un nuovo piano di sviluppo nazionale».

Infine, il presidente della Repubblica conclude: «Al Sud, per il superamento della crisi economica ed occupazionale è necessaria anche una riqualificazione delle stesse istituzioni, che permetta di superare diffuse inefficienze e di assicurare la realizzazione di politiche nazionali ed europee dirette alla crescita dell'economia e dell'occupazione. La via da perseguire per ridare speranza alle giovani generazioni meridionali deve perciò essere quella dell'avvio di un nuovo processo di sviluppo nazionale che trovi una solida base nelle grandi energie e capacità umane presenti nel meridione».

(Fonte: Ansa)

Rosy Merola  [MORE]
 


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