Suicidio assistito: sì dell'Asl della Toscana nord ovest
Salute Toscana Pisa

Suicidio assistito: sì dell'Asl della Toscana nord ovest

domenica 28 luglio, 2024

Si sblocca l'iter per una donna di 54 anni paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva, 'applicata la nuova sentenza della Consulta'

L'iter per l'accesso al suicidio medicalmente assistito per una 54enne toscana, paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva e che aveva rifiutato la nutrizione artificiale, ha finalmente ottenuto il via libera dall'Asl Toscana nord ovest. La donna, assistita dall'associazione Luca Coscioni, aveva intrapreso una lunga battaglia per ottenere questo diritto.

Secondo quanto comunicato dall'associazione, la Asl ha confermato che la paziente possiede tutti e quattro i requisiti stabiliti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per accedere legalmente al suicidio assistito in Italia. La Commissione medica attende ora di conoscere le modalità di esecuzione e il medico scelto dalla donna, garantendo così il rispetto della dignità della persona.

La richiesta iniziale di verifica delle condizioni della donna era stata inviata il 20 marzo. Dopo un iniziale rifiuto, il 29 giugno la donna aveva diffidato l'Asl, chiedendo una revisione della relazione finale, in particolare riguardo al requisito del trattamento di sostegno vitale. La paziente aveva infatti rifiutato la nutrizione artificiale con PEG, considerandola un accanimento terapeutico.

La revisione del parere dell'Asl è avvenuta alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale 135 del 2024, che ha esteso il concetto di 'trattamento di sostegno vitale'. I giudici della Consulta hanno chiarito che non vi può essere distinzione tra il paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale e quello che necessita di tali trattamenti per sostenere le funzioni vitali.

L'avvocato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'associazione Coscioni e difensore della 54enne, ha dichiarato che questa è la prima applicazione diretta della sentenza 135. La donna, dopo mesi di attesa e sofferenze, potrà finalmente decidere con il medico di fiducia quando procedere, comunicando all'Azienda sanitaria tempi e modalità di autosomministrazione del farmaco per ricevere l'assistenza necessaria.

Le decisioni della Consulta, che hanno valore di legge, hanno colmato un vuoto normativo, dettando le procedure da seguire per chi desidera accedere al suicidio medicalmente assistito.


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