Su l'Integrale di Daredevil arrivano Elektra, Kingpin e...
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Roma, 27 giugno 2019 - Con un aspetto testuale e visivo di ottimo livello, la ristampa Panini dedicata alle storie del Daredevil di Frank Miller, pubblicate nei numeri 4 e 5 della collana “Integrale”, riporta in auge lo stile cinematografico e i giochi d’ombra con cui l’allora giovanissimo talento dei comics prese a disegnare le avventure del “Diavolo Rosso”.
La riproposta economica e da edicola dell’acclamato run milleriano sta aprendo, infatti, spazi di apprezzamento per un pubblico a cui finora questo ciclo di storie era praticamente sconosciuto.
Il nostro Matt “Daredevil” Murdock sempre assetato di giustizia appare in questa lunga, quanto apprezzabile, riproposta editoriale particolarmente attivo e – purtroppo per lui – impelagato in vicende e macchinazioni che però ne hanno forgiato la personalità e, cosa non trascurabile, gettato anche le basi per quella che nel tempo è diventata la sua più autentica caratterizzazione.
Che sia da prendere in considerazione questa collana “Integrale” non ci sono dubbi, anche se i più accaniti fans di Daredevil avrebbero preferito godersi le tavole di Frank Miller, inchiostrate dall’eccellente Klaus Janson, in un formato più grande e non nel popolarissimo ed italico “bonelliano”.
Ma un fatto importante in questi due albi c’è e non possiamo non tenerne conto. Nel numero 4 si entra a pieno titolo nel ciclo milleriano e il nostro si cimenta con l’isteria del Gladiatore, si vedono apparire per la prima volta i Ninja assassini della Mano e di Stick ed arrivano sia la conturbante Elektra che il prorompente Kingpin.
Insomma una miscela adrenalinica che impreziosisce non poco l’albo, generando quell’innegabile effetto complessivo più che positivo.
Un effetto che attraversa anche il numero 5, in cui sia Elektra che Kingpin ne combinano di cotte e di crude in un teatro metropolitano in cui appaiono anche Luke Cage ed Iron Fist. Se vi va di vederci chiaro – dato che non avete il senso radar di Daredevil – questa sequenza dell’ “Integrale” a lui dedicata, non va assolutamente persa di vista.
Maurizio Lozzi