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RIMINI, 5 SETTEMBRE - Il Gip ha convalidato l’arresto del 20enne congolese Guerlin Butungu, accusato di due stupri a Rimini assieme ad altri tre ragazzi minorenni del branco. Il giovane è stato ascoltato per circa un’ora e mezza, così come gli altri due marocchini minorenni, ascoltati per due ore.[MORE]
Si è conclusa inoltre a Bologna, presso il Tribunale dei minori, l’udienza di convalida del fermo dei due fratelli marocchini. Butungu è accusato di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate, ed è l’unico maggiorenne della banda degli stupri di Miramare. Il giudice si è riservato di decidere la misura cautelare, che dovrebbe essere comunicata a breve, nelle prossime ore o domani.
Secondo il legale di Butungu, Ilaria Perluzza, il ragazzo «ha risposto alle domande, ha dato una versione dei fatti, non è quella dei minori e delle persone offese. Mi riservo di verificare – ha proseguito – e fare accertamenti e approfondimenti incrociando tutte le dichiarazioni e attendo l’esito delle verifiche. Subito dopo l’arresto, il 20enne aveva negato la partecipazione agli stupri di cui è accusato, affermando di aver partecipato ad alcune feste in spiaggia, di aver bevuto e poi di essersi addormentato. Ha poi detto di essere stato raggiunto successivamente dagli altri ragazzi per fare ritorno a Pesaro. Contro la versione di Butungu, vi sarebbero le dichiarazioni degli altri tre minori ed i racconti delle vittime degli stupri.
Per i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni, il Gip non avrebbe ancora deciso sulla richiesta della Procura di applicazione della custodia cautelare in carcere. Il legale dei due, Paolo Ghiselli, si è limitato a rilasciare le seguenti dichiarazioni: «Hanno confermato le dichiarazioni precedentemente rese, hanno risposto alle domande dei magistrati, lasciamoli fare il loro lavoro».
I due, avevano in precedenza negato di aver materialmente stuprato le due vittime, e di averle tenute ferme per lo stupro dell’unico maggiorenne del gruppo. E a chi gli chiede se i due fratelli abbiano respinto gli addebiti il legale risponde: «Non hanno respinto gli addebiti. Hanno tenuto un atteggiamento collaborativo rispondendo alle domande dei magistrati».
Il quarto accusato, un ragazzo nigeriano di 16 anni, si sarebbe invece detto pentito e dispiaciuto per quanto accaduto, nonché consapevole della gravità del fatto. E’ quanto avrebbe riferito il suo difensore, l’avvocato Giovanna Santoro, raggiunta telefonicamente dopo l’udienza di convalida del fermo tenutasi al Tribunale dei minori a Bologna. Sulla posizione del sedicenne, il Gip Anna Filocamo si è riservata di decidere. Intanto, sarebbero giunti in via del Pratello i suoi genitori, che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
foto da: tgcom24.mediaset.it
Cosimo Cataleta